Solo undici della più grandi industrie nazionali del fashion sono quotate in Piazza degli Affari
L’Area Studi Mediobanca ha pubblicato un report che aggrega i dati finanziari di 152 società della moda con sede in Italia, e fatturato superiore ai 100 milioni, dal quale risulta che solo il 17,5% del fatturato aggregato, pari a 12 miliardi, è prodotto dalle undici società quotate in Borsa, mentre il restante 82,5%, cioè 56,6 miliardi, è generato dalle 141 non quotate.
Per quelle che sono a Piazza degli Affari la capitalizzazione a fine 2022 chiude in flessione, -14,4% sul 2021, attestandosi a 37,6 miliardi, pari al 5,3% del valore dell’industria della Borsa Italiana, esclusa Prada. Nel primo scorcio del 2023 si evidenzia una ripresa (+15,8% a metà febbraio). Al 15 febbraio, il podio di Borsa è occupato da Prada (15,9 miliardi), Moncler (15,7 miliardi) e Brunello Cucinelli (5,5 miliardi); seguono Salvatore Ferragamo (3 miliardi) e Tod’s (1,2 miliardi). Per tutte le altre società la capitalizzazione è inferiore al miliardo di euro.
Nonostante l’incertezza del contesto macroeconomico il 2022 ha registrato valori molto positivi stando ai dati dei preconsuntivi che evidenziano una crescita del giro d’affari nominale a livello aggregato del +20% a 82 miliardi di euro (+21% sul 2019). A trainare i ricavi sono le vendite all’estero, in accelerazione del +24% sul 2021. In progressione anche gli investimenti che dovrebbero attestarsi a un +35%.
Importante la presenza di gruppi stranieri nella moda italiana: 58 delle 152 aziende hanno una proprietà estera che controlla il 43,6% del fatturato aggregato (il 24,2% è francese). L’investitore straniero predilige l’alta gamma: l’87,4% del fatturato aggregato delle aziende a controllo estero è relativo alla fascia lusso (il 58,8% è francese).
La proiezione internazionale è una delle caratteristiche più rappresentative delle società manifatturiere della moda: il 73,7% del fatturato complessivo proviene dall’estero, con in testa la gioielleria (80,3%), l’occhialeria (78,0%) e le pelli, cuoio e calzature (76,9%).
Al primo posto per ricavi si conferma Prada (3,4 miliardi) che precede Luxottica (3,2 miliardi), consolidata dalla multinazionale EssilorLuxottica, e Calzedonia Holding (2,5 miliardi). Seguono Moncler e Giorgio Armani con un giro d’affari di 2 miliardi ciascuno.