L’aggressiva politica commerciale Under Armour dai supereroi arriva nelle navicelle suborbitali .
Senza cuciture, in tessuti altamente performanti, capaci di stimolare la circolazione del sangue regolandone il flusso: il kit è composto da top, pantaloni e stivali ed assomiglia molto ad una vera e propria uniforme per viaggiare nello spazio. A realizzarlo è “Under Armour”, giovane azienda nata nel 1996 e che si è sempre caratterizzata per l’avanzata ricerca.
In questo caso, la ‘divisa spaziale’ è stata sviluppata insieme a Virgin Galactic, gruppo che sta lavorando alla realizzazione di aeronavi per volesse provare (e avesse la disponibilità economica) l’ebrezza di un volo suborbitale di sei ore. Nella sua breve vita, “Under Armour” ha già conquistato un numero vastissimo e in costante crescita di sportivi sotto la guida di Kevin Plank, ex capitano della squadra di football dell’università del Maryland e amministratore delegato, oggi in uscita, del marchio dalla sua nascita.
Nei primi anni Duemila il brand, assecondando una rapida crescita, ha sviluppato il brevetto sull’UA Tech, un poliestere ultraleggero, morbidissimo e che si asciuga velocemente mantenendo un aspetto naturale. Un filato che qualche anno dopo è stato ulteriormente migliorato grazie ad uno speciale trattamento antiodore.
Oggi, entrata anche nel mercato delle calzature con un particolare modello “a calzino” fabbricato in Cina, “Under Armour” si è aggiudicato ricche sponsorizzazioni e spazi pubblicitari nei principali eventi sportivi statunitensi e veste le stelle del football, baseball, judo, boxe, hockey, golf e automobilismo a “stelle e strisce”.
Non bastasse, i modelli “Under Armour” garantiscono la fornitura dei costumi per i film dei supereroi Marvel, alcuni dei rapper più in vista e alla top model Gisele Bundchen. Naturale quindi che raggiunto un così rapido successo sulla planetario oggi si penso alla conquista anche dello spazio.