Non solo ‘gilet gialli’ in manifestazione a Parigi: a fare rumore sono state le donne del “All Sizes Catwalk” il collettivo femminile che “denuncia la mancanza di diversità sulle passerelle, sulle copertine e nelle campagne pubblicitarie” del mondo della grande moda internazionale, della quale la capitale francese è storica capitale.
Per il secondo anno consecutivo Parigi ha assistito alla sfilata a cielo aperto, nei giardini del Trocadéro, di quaranta donne in lingerie con l’intento di dire stop al “body shaming”, espressione inglese che tradotta significa, molto prosaicamente, umiliare qualcuno per la sua forma fisica. «Attraverso questa sfilata – ha spiegato Georgia Stein, 32 anni, modella curvy e organizzatrice della manifestazione – vogliamo ricordare a tutti i brand che le persone hanno bisogno di vedere in passerella una varietà di fisici, perché è bello sentirsi rappresentati. Ecco perché il cast di questa sfilata all’aperto doveva essere il più variegato possibile: donne dalla taglia 34 alla 52, con la pelle bianca, mulatta o nera, e dai 18 ai 45 anni».
Il movimento sta crescendo e si espande da New York a Milano
L’ispirazione per la manifestazione francese deriva da quanto fatto dalla modella ‘plus size’ e attivista del movimento ‘body positive’, Khrystyana che da un paio di anni organizza la “#therealcatwalk” a New York. Sempre sullo stesso filone, anche la “Body Positive Catwalk” organizzata dalla modella ‘plus size’ Laura Brioschi andata in scena per la prima volta nel febbraio 2018 e riproposta il mese scorso in Piazza Duomo a Milano.
«Queste sono donne comuni – conclude Georgia Stein – donne che hanno dei ‘difetti’ ma che in realtà non lo sono, perché la maggior parte delle donne li ha: cellulite, smagliature, pancia, fianchi. Il problema in Francia è che le donne sono rappresentate solo da modelle bellissime, che portano la 36, mentre la maggior parte delle donne francesi indossa mediamente una 42».