Per numero di imprese il Made in Italy è primo al mondo, ma è la Francia a dominare la “Top ten”
L’Italia si conferma come primo Paese del lusso mondiale. Lo scorso anno, nonostante la pandemia, le 100 più grandi aziende di beni di lusso al mondo hanno generato vendite per 252 miliardi di dollari, 29 miliardi in meno rispetto al 2019, il -12,2%, ma con un ‘profit margin’ positivo del 5,1%. E tra queste 100 top aziende al mondo il numero di quelle italiane è superiore ad ogni altro Paese, oltretutto con quattro nuovi ingressi nel 2020.
È quanto emerge dall’ottava edizione del “Global Powers of Luxury Goods”, lo studio annuale di Deloitte, cioè l’azienda di servizi di consulenza e revisione prima nel mondo in termini di ricavi e numero di professionisti. Nel 2020 l’importanza dei migliori marchi del lusso è evidente: le quindici aziende con vendite di prodotti di lusso superiori a 5 miliardi di dollari, con i gruppi francesi come sempre ampiamente in testa, hanno contributo al 63% delle vendite totali della Top 100.
Il Made in Italy si conferma leader indiscusso del settore, in forza delle 26 aziende posizionate in graduatoria, più di un quarto del totale. I quattro nuovi ingressi in classifica sono quelli di Golden Goose, di Morellato, di Sportswear Company (Stone Island) e di CrisConf (Pinko). EssilorLuxottica è settima in classifica, Prada è 23esima e Giorgio Armani segue al 29esimo posto: questi i tre principali player italiani nella graduatoria, con Moncler che è l’azienda dalle “performance complessive più costanti, rientrando per quattro anni consecutivi tra le aziende a più rapida crescita”, spiega Deloitte.
In un anno particolarmente complesso per l’intero settore, l’importanza dei grandi conglomerati del lusso si è dimostrata determinante per il raggiungimento di buoni risultati finanziari. Testimonianza ne è la Francia che con solo otto aziende in classifica, di cui quattro in top 10, è il Paese che ha conseguito le performance migliori.
«In questo periodo – commenta Giovanni Faccioli, Deloitte Fashion & Luxury Leader per l’Italia – il comparto è stato capace di re-inventarsi ed accelerare un processo di trasformazione considerevole, portando concetti quali sostenibilità, ‘omnicanalità’, economia circolare e innovazione, al centro delle proprie strategie di crescita per i prossimi anni».