Terza edizione del Global Change Award, lanciato nel 2015 dalla no-profit H&M Foundation per identificare innovazioni allo stato embrionale, in grado di accelerare il passaggio da un’industria della moda lineare a una circolare, con l’obiettivo di salvaguardare il pianeta e le nostre condizioni di vita.
Per il terzo anno, la Fondazione ha aperto le iscrizioni al premio e ha ricevuto 2.600 idee provenienti da 151 Paesi. Ora una votazione popolare online deciderà come suddividere il premio di 1 milione di euro tra le cinque innovazioni vincitrici selezionate da un panel di esperti a livello internazionale:
- Crop-A-Porter: usare gli scarti dei raccolti alimentari per realizzare bio-tessuti sostenibili;
- Algae Apparel: trasformare le alghe in fibre bio ed eco-friendly, ottimali anche per la pelle;
- Smart Stitch: un filo intelligente per semplificare la riparazione e il riciclo;
- The Regenerator: riciclare la moda separando le miscele di cotone e poliestere;
- Fungi Fashion: abiti custom-made e biodegradabili, creati con le radici dei funghi.
Anche l’Italia ha partecipato con sue proposte di innovazione della moda
«Il modo in cui gestiamo e consumiamo le risorse – dichiara Karl-Johan Persson, membro del Board della H&M Foundation e Ceo di H&M Hennes&Mauritz AB – sarà fondamentale per la vita delle generazioni attuali e future. Tutte le industrie devono ripensare, innovare e modificare il loro stato attuale».
«I vincitori del Global Change Award di quest’anno – afferma Vikram Widge, responsabile di Climate Finance&Policy, Ifc, World Bank Group e membro della giuria del Global Change Award – hanno l’obiettivo di cambiare radicalmente l’industria per arrivare ad un’economia circolare e a basse emissioni di carbonio. Che si tratti di fibre provenienti da rifiuti organici, alghe o nuove modalità di riciclo, i vincitori mostrano approcci potenzialmente rivoluzionari, dal sourcing all’utilizzo finale». Quest’anno i Paesi che hanno inviato più contributi al Global Change Award sono stati India, Nigeria, Stati Uniti, Regno Unito, Svezia, Bangladesh, Italia, Indonesia, Francia e Pakistan. Il 61% dei candidati erano donne.