Il marchio britannico del lusso Burberry si è impegnato pubblicamente ad eliminare tutte le sostanze chimiche pericolose prima dall’abbigliamento e poi dal resto dei propri prodotti entro il primo gennaio 2020. Già a giugno 2014 l’azienda inizierà a rendere note le informazioni sulle sostanze chimiche contenute negli scarichi in acqua dei suoi fornitori nel mondo ed entro il primo luglio 2016 eliminerà tutti composti perflorurati e polifluorurati dalla sua filiera, sostanze usate per impermeabilizzare i tessuti.
Pochi giorni fa, Greenpeace Asia aveva pubblicato il rapporto “Piccoli mostri nell’armadio”, rivelando la presenza di sostanze chimiche pericolose in vestiti e calzature per bambini di grandi marchi come Disney, Adidas e, appunto, Burberry. Molte di queste sostanze chimiche sono ora diffuse nell’ambiente, dopo anni di scarichi nei fiumi, sia da parte delle fabbriche che anche dalle nostre case, con i continui lavaggi.
Chiara Campione, responsabile del progetto The Fashion Duel di Greenpeace Italia, sottolinea: «L’impegno di Burberry dovrebbe dare la sveglia a tutti i marchi dell’Alta moda. Con la Settimana della Moda di Milano ormai alle porte ci chiediamo cosa aspettano marchi come Gucci, Versace e Louis Vuitton a passare dalla parte di coloro che stanno lavorando per garantire a noi e ai nostri figli un futuro libero da sostanze tossiche».
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