Sono in discesa i dati nazionali, ma dalla Lombardia arriva qualche numero positivo per l’export
Nel primo semestre del 2021 le esportazioni del settore calzaturiero della Lombardia sono aumentate del +36% rispetto allo scorso anno e del +1,9% rispetto al periodo pre Covid: questo il dato principale emerso dai dati resi noti dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici e presentati al Micam, il Salone Internazionale delle Calzature svoltosi nei padiglioni della Fiara di Milano a Rho.
La ricerca dimostra che rimane stabile il numero delle imprese lombarde attive nel settore, ma calano gli addetti (-136). Le prime destinazioni per l’export dalla Lombardia delle calzature sono gli Stati Uniti (+53% su gennaio-giugno 2020) e la Francia (+25,1%).
Tra gli altri dati, le elaborazioni del Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici, evidenziano incrementi sia per la produzione industriale (+13%) sia per il fatturato (+22%). Resta elevato il gap rispetto al periodo pre-Covid: se le vendite all’estero limitano il divario col 2019 attorno al -5% in valore, la domanda interna, produzione industriale e fatturato restano decisamente al di sotto dei livelli di due anni fa. Meno favorevoli i dati a livello nazionale: il lungo periodo di forte difficoltà indotta dall’emergenza sanitaria sta lasciando il segno nei dati occupazionali. Sono 2 mila gli addetti in meno da inizio anno, 3 mila se si considera anche la componentistica e i calzaturifici attivi sono diminuiti di 61 unità.
«Gli ultimi dati economici che tracciano il perimetro del nostro settore ci confortano – ha detto Siro Badon, Presidente di Assocalzaturifici e Micam Milano – Evidenziano come anche nel secondo trimestre dell’anno emerga un forte recupero nei principali indicatori dopo l’impennata già registrata a marzo. Un rimbalzo legato soprattutto al confronto con mesi in cui le restrizioni imposte ovunque durante il lockdown avevano fortemente condizionato le attività delle imprese, la distribuzione e i consumi».