Il fatturato 2015 dei primi 26 gruppi di abbigliamento e accessori Made in Italy è cresciuto del +9,4% rispetto al 2014, raggiungendo quota 40,1 miliardi di euro. La ricerca è stata condotta da Pambianco Strategie di impresa, società specializzata in consulenza aziendale nel segmento del lusso. Dei 26 bilanci delle maggiori maison italiane prese in esame, l’alloro per la maggior crescita spetta a Valentino Fashion group (Vfg), marchio oggi proprietà del fondo Mayhoola for investments spc del Qatar, con un +48,6% in un anno, pari ad una produzione di 987 milioni di euro.
Subito dietro si piazza Furla con un +29,4% e 339 milioni di euro di valore della produzione per la società di Bologna, fondata nel 1927 dalla famiglia Furlanetto. Sullo scalino più basso del podio c’è il gruppo Moncler: per i piumini firmati Remo Ruffini un +26,8% e 880 milioni di euro. Il colosso del lusso in Italia è sempre Luxottica con un fatturato di 8,8 miliardi: nel 2015 è cresciuto del +15,5%. Malgrado questo il valore della azioni è sceso in borsa del -23,2%. Il secondo gruppo italiano del comparto valutando il fatturato è Gucci, della galassia Kering, con 3,8 miliardi, d’un soffio davanti a Prada con 3,5 miliardi. Secondo Pambianco, “per il 2016 si prevede, per i gruppi considerati una modesta crescita del fatturato, appena 3-4 punti percentuali, ed una redditivita? in calo probabilmente di 1-2 punti”.
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