L’imprenditoria di origine cinese è radicata e si sta strutturando verso modelli più ‘italiani’ .
Nel 6° anniversario del 1° dicembre 2013, quando a Prato il rogo del Teresa Moda di via Toscana costò la vita a 7 operai cinesi, cinque uomini e due donne, la Regione Toscana ha illustrato i risultati ottenuti con il suo “Piano Lavoro Sicuro”: oltre 13mila le imprese controllate in cinque anni dai 74 ispettori del Nucleo per verificare la sicurezza nei luoghi di lavoro, con un ritmo di 160 aziende al mese, e quasi 17 milioni di euro incassati dalle sanzioni per le irregolarità riscontrate.
Nel 2019 sono state controllate 2006 imprese ed altre 2048 programmate per il 2020): il trend della regolarità a Prato è triplicato rispetto al 2014, passando dal 20,20% al 56,10% attuale. Le notizie di reato a Prato sono scese dal 69,4 al 34,2%. Nell’ambito del territorio della Asl Centro i dormitori abusivi sono il 3,2%, calati del -67% tra il settembre 2014 e l’aprile 2015 e gli impianti elettrici non a norma sono il 3,5%, giù del -80%.
Il risultato è che i sequestri e le chiusure sono scesi allo 0,5% dal 5,7 del 2014, ovvero il -91%. Ma oltre al problema della sicurezza nei luoghi di lavoro c’è quello dello sfruttamento della manodopera: nel 2019 sono approdati alla Procura pratese più di 1.400 procedimenti a riguardo e oltre 1.600 sono stati definiti.
I numeri del distretto di Prato
Prato è certamente una realtà particolare e per certi aspetti ‘simbolica’ dell’imprenditoria straniera nella moda in Italia: oggi conta 9mila aziende e più di 6mila sono condotte da imprenditori di etnia cinese, quindi circa 2/3 del totale attivo sul territorio, e ben il 54% delle imprese attive nel manifatturiero è condotto dall’imprenditoria cinese. Di queste 3700 sono confezioni e 400 le tintorie-stamperie. Le aziende si stanno consolidando e strutturando nel percorso dalla micro alla media impresa: 3500 imprese annoverano da 1 a 5 addetti per un totale di circa 9 mila; ben 1200 tra 6 e 10; e 700 da 10 a 20. Complessivamente gli addetti del manifatturiero che operano nelle aziende a produzione cinese rappresentano oggi circa il 30%, pari a circa 30 mila addetti regolarmente censiti.