I numeri dicono di 107 miliardi e di ordini 2023 in crescita (crisi internazionali permettendo) .
«Un anno eccezionale, il migliore di sempre»: così Carlo Capasa, presidente al quinto mandato della Camera nazionale della moda, definisce il 2022, senza timori di essere criticato per eccesso di ottimismo.
I dati sul comparto del tessile-moda-accessorio (Tma) dell’associazione che organizza, insieme a molti altri eventi, le quattro settimane della moda di Milano (due per la donna, due per l’uomo), parlano chiaro. Le cifre non sono ovviamente ufficiali, ma i primi dati dicono che il fatturato 2022 del Tma dovrebbe attestarsi a 107 miliardi, in crescita del +16% sul 2021 e del +9% sul 2019. Difficile però ipotizzare l’andamento 2023 di un settore che esporta il 70% e che quindi potrebbe essere scosso dalle tensioni politiche internazionali.
Ma qualche segnale positivo già si intravede: «Ciò che è successo nelle ultime due settimane, soprattutto in Cina, consiglia un approccio molto cauto – ribadisce Capasa – Ma un’indicazione concreta c’è: gli ordini delle collezioni primavera-estate 2023 sono molto positivi. Di certo possiamo dire che la filiera italiana, dalla parte manifatturiera e artigianale a monte e quella dei grandi marchi a valle, è al centro dell’industria della moda globale».
E lo sarà ancor più in futuro visto che si sta consolidando il processo di reshoring, cioè il ritorno delle produzioni che erano state delocalizzate all’estero.
Con una avvertenza sottolineata da Sergio Tamborini, ceo del gruppo tessile Ratti e presidente di Smi, l’associazione più importante per numero di imprese e addetti di Confindustria Moda: «Il reshoring è una buona notizia per le aziende del Tma e per l’Italia, perché restiamo un volano dell’economia e dell’immagine del Paese all’estero. Ma non si può fare il reshoring delle materie prime: i materiali chimici che servono alla parte a monte della filiera vengono quasi tutti dalla Cina e le materie prime nobili, dal cotone alla seta al cashmere, sono tutte importate. Siamo molto soddisfatti del 2022, ma non possiamo nasconderci le incognite sul 2023».