I consumatori sono sempre più orientati ad acquisti ‘qui e ora’ anche per quel che riguarda il lusso ed il fashion e per le industrie del settore è quindi diventato essenziale ridurre quello che tecnicamente viene chiamato il ‘time-to-market’, cioè di accorciare i tempi di produzione e distribuzione delle proprie collezioni. L’obiettivo è quello di competere con i fast-fashion retailer e adattarsi ai tempi imposti dai giganti dell’e-commerce quali Asos, Zalando e Yoox Net-A-Porter.
Se solo una azienda su 5 è in grado di gestire la propria rete di fornitori in modo strategico, ecco che Roland Berger, società di consulenza strategica globale con sede a Monaco di Baviera, con 50 uffici in 36 paesi, ha ideato un metodo innovativo di analisi strategica denominato “Dynamic Supplier Management”. Al centro dell’approccio degli analisti della società c’è la segmentazione dei fornitori in diversi gruppi sulla base delle necessità della domanda. Per esempio: un gruppo formato da fornitori veloci e flessibili; uno dedicato a quelli più creativi; un altro dedicato alle richieste speciali, e così via.
Sono ancora pochissime le aziende del fashion che si affidano alla rete per i rapporti di filiera
Sempre stando al “Dynamic Supplier Management”, appena il 5% delle aziende attive nel mondo fashion utilizza sistemi IT in grado di scambiare automaticamente informazioni con l’intera filiera. Il restante 95% è ancora legato a sistemi tradizionali non affatto sufficienti a garantire un dialogo costante e in tempo reale con i fornitori.
Invece le nuove tecnologie trasformeranno in toto il mondo del fashion. Un esempio su tutti: un rivenditore che vuole un certo capo d’abbigliamento può oggi inserire la richiesta su una piattaforma digitale integrata alla quale hanno accesso i fornitori prescelti. Questi possono inviargli offerte ad hoc perché scelga i modelli più adatti in termini di posizionamento, prezzo, area geografica di riferimento, prestazioni, velocità di esecuzione, flessibilità nel gestire gli ordinativi e così via.