Confindustria moda ha diffuso un comunicato e non esclude la necessità di fermare la produzione .
Il sistema moda mette in sicurezza i lavoratori ma è fortemente preoccupato per l’evolversi della situazione legata alla pandemia del coronavirus e alle sua ripercussioni sulla tenuta delle filiere produttive della moda.
“Le nostre imprese – si legge in un comunicato di Confindustria moda – riaffermano il valore prioritario della salute e della sicurezza di tutti i nostri dipendenti e collaboratori, che sono il grande capitale di esperienza, di professionalità, di umanità di cui l’Italia come nessun altro paese al mondo dispone. Abbiamo anche forte la consapevolezza che se il nostro tessuto produttivo fatto in prevalenza di piccole e medie imprese, pur in presenza delle note enormi difficoltà, si ferma completamente, difficilmente potremo riprendere senza pesanti conseguenze ad emergenza finita”.
“Siamo quindi tutti impegnati, datori di lavoro, lavoratori e istituzioni per coniugare, con il massimo sforzo ed al più alto livello possibili, l’obiettivo della salute e sicurezza con quello della continuità dell’attività di impresa, che sono beni irrinunciabili per tutti”.
“Con un Protocollo nazionale firmato dalle parti sociali insieme al Governo, ci sono state indicate, in 13 punti ben delineati, le misure di sicurezza che, una volta rigorosamente implementate nelle nostre organizzazioni d’impresa, ci possono consentire di raggiungere questo obiettivo. In alternativa – conclude il comunicato di Confindustria moda – è consigliabile interrompere temporaneamente l’attività per qualche giorno, completamente o parzialmente a secondo della situazione, per consentire all’organizzazione aziendale di approntare ogni misura richiesta e ritenuta necessaria”.
Confindustria moda, associazione presieduta da Claudio Marenzi, rappresenta circa 66mila imprese che generano un fatturato di 95,5 miliardi di euro e danno lavoro a oltre 580 mila persone. Confindustria Moda (Federazione italiana tessile, moda e accessorio) raggruppa le imprese associate a Sistema moda Italia (Assopellettieri, l’Associazione italiana pellicceria, l’Associazione nazionale fabbricanti articoli ottici), Assocalzaturifici, Federorafi, e l’Unione nazionale industria conciaria. Le imprese associate hanno registrato nel 2018 una quota percentuale di export sul fatturato pari al 66,3%.