È stato il Viceministro allo sviluppo economico, Ivan Scalfarotto, ad inaugurare l’edizione 92 di “Pitti Uomo” nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze il salone internazionale più grande al mondo per la moda maschile. «Con la moda – ha detto tra l’altro Scalfarotto – vediamo la società che cambia e Pitti Uomo non è solo una gran bella fiera ma anche una fashion week, in continua evoluzione. Sono stato molto colpito per la bellezza della mostra sulla Moda Effimera, curata da Olivier Saillard».
Il Viceministro non si è sottratto alla più delicata questione sul tappeto: «Dobbiamo insistere sul mantra di fare sistema: il dualismo Firenze-Milano deve diventare una collaborazione assoluta, perché le due città sono parti integranti di un unico sistema. Poi dobbiamo lavorare sul saper fare, perché solo noi italiani abbiamo una filiera unica e non ce l’ha nessuno. Infine insistiamo nel fare ricerca, innovazione e formazione».
Migliora la bilancia dei pagamenti della moda uomo: export batte import 5.8 miliardi a 4
Il “sistema moda” italiano dà lavoro a 700.000 persone, genera 44 miliardi di export e nei primi tre mesi dell’anno l’export ha registrato un +10%. «La nostra moda – ha sottolineato il Viceministro – non si nasconde dietro ai protezionismi, tanto che qui a Pitti Uomo ci sono moltissimi espositori stranieri. Dobbiamo recuperare tutti insieme la consapevolezza e l’importanza del settore. Se tanti italiani sono grandi nella moda è perché l’Italia è grande. E l’Italia oggi sta ripartendo».
Le esportazioni di settore, grazie ad una crescita del +2,4%, si portano sui 5,8 miliardi di euro; in tal modo, l’incidenza dell’export sul fatturato passa al 64,4%. Nel caso dell’import, come per la maggior parte dei comparti dell’Abbigliamento-Moda, si rileva invece un deciso rallentamento: per la moda uomo le importazioni si assestano sui livelli del 2015, per un totale di 4 miliardi circa con un miglioramento del saldo commerciale, che si porta a poco meno di 1,8 miliardi di euro, con un guadagno di 135 milioni.