Il ‘sistema moda’ italiano è preoccupato per la filiera d’approvvigionamento che è da accorciare
«Mai prima d’ora produrre aveva posto tanti problemi»: lo dice il presidente di Pitti Immagine, Claudio Marenzi, guardando alle prospettive per quest’anno nel corso della presentazione dell’edizione 102 di Pitti Uomo di questo giugno.
E spiega Marenzi: «Un tempo si diceva che l’importante era vendere, che un modo per produrre si trovava sempre. Ora la situazione è radicalmente cambiata e per vendere devi prima capire come potrai arrivare alla produzione» In altri termini, il vero rischio per il “sistema moda” italiano è quello delle forniture di materie prime alle quali dare poi la forma. Perché le prime stime dicono che il 2022 è cominciato molto bene, con numeri che dovrebbero essere superiori al periodo pre-pandemia.
Ad inquinare lo scenario è da un lato quella che Marenzi definisce: «la volatilità acuita dalla tragedia umana della guerra e dal ritorno del Covid in Cina» e dall’altro lato, e soprattutto, «le difficoltà a reperire le materie prime che potrebbero impattare maggiormente sui prossimi mesi. Dovremo ragionare molto sulla supply chain, probabilmente la filiera a monte dovrà essere riportata più vicino a casa, anche se alcune zone dell’Europa sono già congestionate. Trovo che sia anche una situazione stimolante ed eccitante – conclude il presidente di Pitti Immagine – quello che ci si prospetta è ridisegnare il paradigma del sistema e creare qualcosa di completamente nuovo».
Circa l’andamento dei mercati, le grandi aspettative si nutrono per l’area mediorientale, in particolare con Dubai e la Turchia che continuano a crescere in misura molto promettente, ma soprattutto per il mercato degli Stati Uniti che sta mettendo in mostra un vero boom per la moda Made in Italy. Preoccupa la Cina che sta passando da un lockdown all’altro per il risorgere dalla pandemia da Covid e, ovviamente, la crisi innescata dall’invasione russa dell’Ucraina e le conseguenti sanzioni durissime che sono state adottate dall’Europa contro la Russia e che paralizzano un mercato che era in sicura espansione.