Gli animalisti chiedono di chiudere gli allevamenti di questi animali usati per un fine estetico

È arrivata anche in Italia la moda delle ciglia finte fatte con i peli del visone. Le ciglia estensive di visone a differenza di quelle finte il cui costo è di pochi euro possono arrivare a costare anche oltre i 60 euro a coppia, esclusa l’applicazione.
«Si tratta dell’ennesimo frutto della violenza e della crudeltà sugli animali – commenta Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente – Si sono inventati nuovi modi per usare la pelliccia di questo animale, la cui specie è numericamente tra le più torturate e crudelmente ammazzate del mondo. I visoni vengono uccisi attraverso le camere a gas e che soffrono terribilmente negli ultimi istanti della loro vita, dopo essere spesso stati allevati in vere e propri allevamenti lager».
Da anni un’altra associazione “Essere Animali” denuncia le atrocità legate all’allevamento dei visoni: “L’obiettivo che ci siamo prefissati – si legge in una nota dell’associazione – è ora l’introduzione di un divieto di allevamento di questi animali anche in Italia, sulla scia di quanto sta accadendo in molti paesi europei. Diverse proposte di Legge sono state presentate, sia in questa legislatura, sia nella precedente, ma nessuna è mai stata discussa”.

I numeri
della crisi del settore

Da inizio anno sono già quattro gli allevamenti che hanno cessato l’attività segno della profonda crisi che ha interessato il settore della produzione di pellicce.
Le ultime due chiusure hanno riguardato gli allevamenti di Fiesso D’Artico, in provincia di Venezia e di Scapoli, provincia di Isernia. L’allevamento veneto ospitava circa mille animali, tutti destinati all’industria della pellicceria: proprio in questo allevamento vennero girate le scene dell’uccisione dei visoni nelle camere a gas che fecero il giro del mondo.
L’allevamento di Scapoli era l’unico aperto in Molise e interessava circa 500 animali.