La sostenibilità ambientale è già diventata anche uno slogan ‘cavalcato’ dal business della moda
Uno studio della Washington State University ha evidenziato che la Gen Z, i nati in questo millennio, è la più orientata al “renting”, la moda a noleggio dei capi di abbigliamento: il 55% del campione dichiara di averlo già sperimentato perché spinto da una maggiore responsabilità e attenzione verso i cambiamenti climatici e i comportamenti di consumo che possano avere un ridotto impatto sul pianeta.
La stessa tendenza era stata rilevata anche dall’Altagamma Consumer Insight secondo il quale Millennials e Gen Z stanno guidando la crescita dell’industria del lusso e che nel 2025 rappresenteranno il 60% dei clienti della moda.
Non a caso, quindi, i colossi della moda stanno ricalibrando i loro investimenti: Kering, ad esempio, è entrato nel capitale di Cocoon, piattaforma di noleggio di borse, e Ralph Lauren, Ganni e Selfridges hanno iniziato a lanciare la loro prima offerta del genere.
«Il 25% del nostro fatturato – afferma Caterina Maestro, fondatrice e ceo della startup milanese DressYouCan, che dal 2015 fornisce un servizio di noleggio di abiti e accessori – arriva proprio dalla Generazione Z, segno dell’interesse di questa fascia d’età nei confronti del noleggio. I giovani hanno sposato la nostra filosofia e compreso come il fashion renting possa rivelarsi un’ancora di salvezza e contribuire a un futuro più verde, fatto di capi in grado di durare nel tempo e di guardaroba infiniti e condivisi».
Una conferma che viene anche dagli Stati Uniti, dove secondo uno studio pubblicato da Rent the runway, uno dei più diffusi servizi di noleggio abiti, attivo dal 2010, la sua attività avrebbe evitato finora la produzione di circa 1,3 milioni di nuovi capi. Sempre secondo questo studio, noleggiare un abito anziché acquistarlo permette di consumare il 24% in meno di acqua, abbattere il consumo energetico del 6% e far scendere le emissioni di CO2 del 3%. In generale, il risparmio ambientale nei prossimi anni sarà di 207,3 milioni di litri di acqua, 33 milioni di kWh di energia e 6 milioni di kg di emissioni di anidride carbonica.