Gli esperti prevedono che l’uso della plastica raddoppierà nei prossimi 20, ma che solo il 14% di quella gettata via verrà raccolta per essere riciclata. Un problema che pian piano sta iniziando a condizionare numerose aziende e brand anche nel mondo dell’alta moda che hanno scelto una strada che recepisce il messaggio dei consumatori, sempre più intolleranti verso gli sprechi e che hanno un occhi sempre più attenti all’eco sostenibilità ambientale e sociale.
Secondo il Rapporto “Destination Zero” stilato da Greenpeace, a sette anni dal lancio della campagna Detox, “la moda italiana si conferma in prima linea per l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose dalle proprie filiere produttive entro il 2020. Delle 80 aziende segnalate da Greenpeace, che rappresentano il 15% della produzione mondiale in termini di fatturato, 60 sono infatti italiane”. Marchi come Valentino o Benetton hanno intrapreso un percorso esemplare sotto questo profilo, ma è in generale il ‘sistema moda’ italiano che ha assunto un ruolo riconosciuto a livello internazionale.
La plastica raccolta dagli oceani è stata trasformata nel materiale base per la fabbricazione di scarpe
Oltre i nostri confini, ci sono aziende che hanno voluto trasformare la plastica in tessuto come Adidas e Stella McCartney; queste ultime hanno collaborato con “Parley for the Oceans” per creare scarpe, capi di abbigliamento e accessori con un materiale particolare che contiene gli scarti che si trovano sulle spiagge.
Adidas ha inoltre aggiunto che abbandonerà anche il nuovo poliestere, un materiale sportswear molto popolare, col quale si realizza quasi il 50% dei suoi prodotti. “Entro il 2024 miriamo a utilizzare il 100% di poliestere riciclato in ogni prodotto e in ogni applicazione in cui esiste una alternativa”, ha detto la portavoce di Adidas, Maria Culp. A giugno, inoltre l’azienda ha annunciato che la società ha venduto un milione di scarpe realizzate con plastica raccolta e riciclata dagli oceani.