La moda nel Veneto ha due poli di riferimento a Treviso e Padova. Da tempo però si è fatta strada tra gli imprenditori una preoccupazione che oggi è un vero e proprio allarme: l’offerta di lavoro non incontra candidature sufficienti e mancano anche le ‘vocazioni’ nelle iscrizioni ai percorsi scolastici dedicati. Secondo Unioncamere serviranno al settore almeno 50mila nuovi addetti, lungo tutta la filiera e per posizioni di lavoro qualificato, ma non si trovano candidati.
A Treviso e Padova è presente uno dei principali distretti italiani ed europei della moda e della calzatura. Vi sono attive 4.539 imprese, pari al 42% dell’intero comparto in Veneto, per 27mila addetti, il 37,2% del totale regionale. La filiera tessile, moda, calzatura ha realizzato nel 2017 un volume di esportazioni di oltre 3,3 miliardi di euro e positivi sono anche i risultati nei primi nove mesi del 2018, con più di 2,6 miliardi di export complessivo (+0,9%) pari al 6,7% del totale italiano nel settore.
Nel comparto stanno andando in pensione molte figure altamente professionali che non hanno sostituti
«Il capitale umano – spiegano Andrea Rambaldi e Alberto Zanatta, Presidenti del Gruppo Moda Sport e Calzatura di Assindustria Venetocentro – rappresenta un problema crescente per la competitività e il futuro manifatturiero della moda italiana e veneta. Vi è l’uscita di molte figure professionali chiave, dalle alte competenze e con lunga esperienza».
«In parallelo – continuano i due presidenti – vi è l’esigenza di nuove professionalità per accompagnare il passaggio ad Industria 4.0 e in generale alla digitalizzazione nella produzione industriale, come nella logistica, il marketing e la comunicazione. Le nostre aziende, dal fashion allo sportsystem alla calzatura, stanno implementando importanti sistemi IT, ma è necessaria una nuova generazione di collaboratori in grado di coniugare manualità e innovazione, che potrebbe anche favorire il reshoring dei segmenti di produzione a più alto valore aggiunto».