Aimpes, l’Associazione italiana pellettieri, cambia nome e diventa Assopellettieri. La decisione è stata assunta in occasione dell’assemblea annuale che si è volta nella nuova sede di Confindustria Moda a Milano.
«Nell’arco degli ultimi tre anni – ha commentato il presidente Riccardo Braccialini – molte sono state le attività compiute dalla nostra associazione, prima fra tutte l’adesione a Confindustria Moda in qualità di socio fondatore. Il percorso doveva essere concluso mediante un ultimo passaggio: un taglio netto con certa parte del passato e lo sviluppo di un percorso nuovo anche grazie a una denominazione semplice da ricordare, autoesplicativa e in linea con quella delle associazioni confindustriali più virtuose». Tre gli obiettivi che sono stati messi a fuoco: riacquistare centralità del ruolo all’interno della propria base associativa e nel sistema moda; riposizionare la fiera Mipel nel panorama fieristico globale, potenziare le attività di internazionalizzazione anche con il progetto ‘Mipel tailor made’. Quest’ultimo è un percorso che prevede tre tappe principali: roadshow a Tokyo il 2 luglio (in giorno prima della manifestazione ModaItalia), Mipel di settembre (dal 16 al 19) e Seul con la quinta edizione del ‘Mipel Leather goods showroom’.
Grande o piccola, la pelletteria italiana cresce su tutti i mercati esteri dell’ovest e dell’est
Il settore della pelletteria archivia il 2017 con un fatturato superiore ai 7 miliardi di euro, in aumento del +5,7% rispetto a quello del 2016 grazie soprattutto alle vendite sul mercato estero che mostrano un incremento del +13,2% a 7,4 miliardi. Gli incrementi a doppia cifra valgono per tutte le tipologie di merci: le borse +11,8%; piccola pelletteria +13,6%.
Per quel che riguarda l’andamento dei mercati esteri, spiccano le performance della Svizzera (+35,2%); tornano al positivo gli Usa (+3,1%); rallenta la crescita del Giappone (+2,5%), positiva Hong Kong (+8,8%), bene Corea del Sud (+20%) e Cina (+36,2%). Meno brillanti le performance in area Ue (+7,1%). Per quanto riguarda la Russia, prosegue la fase di recupero: +13% nei 12 mesi del 2016, nel 2017 l’export segna un ulteriore +6,9%.