Il primo semestre dell’anno conferma il successo del Made in Italy, ma calano imprese e addetti .
Le calzature Made in Italy attraggono i mercati esteri: nei primi sei mesi del 2019 l’export italiano del comparto ha registrato un significativo +7,1% in valore con un il prezzo medio delle scarpe che ha raggiunto la cifra di 47,55 euro al paio, pari ad un +8,2% rispetto all’anno scorso. Il dato emerge dal “Report sull’Industria Calzaturiera italiana – Primo semestre 2019”, elaborato dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici.
La fotografia scattata dalla nota congiunturale rileva come, malgrado la performance delle esportazioni, persistano nello scenario attuale alcune difficoltà dovute in generale alle incertezze del panorama internazionale, ma sopratutto alla cronica debolezza dei consumi interni, diminuiti del -3,7% in quantità. Complessivamente la produzione è scesa del -2,3% in volume, mentre sul piano dei consumi interni l’unico comparto in salute è quello delle scarpe sportive/sneakers (+0,8% quantità e +2,9% in valore), a fronte di un calo sensibile delle calzature “classiche” per uomo e donna (rispettivamente del -9,5% e del -8,3% in volume). Continua l’incremento dell’online (+10,3% in volume e +17,3% in spesa), che ha coperto l’11% in quantità del totale acquisti del semestre, mentre sono in sofferenza il dettaglio tradizionale (-11% le paia vendute) e l’ambulantato (-14%). Sul fronte occupazionale, prosegue il calo nel numero di aziende e nella forza lavoro del settore: il primo semestre 2019 ha chiuso con un saldo di -119 calzaturifici (tra industria e artigianato), pari al -2,6%, e -492 addetti (-0,7%) su dicembre 2018.
Siro Badon
Presidente Assocalzaturifici
Per superare questo momento non facile è necessario investire su noi stessi e sulle nostre competenze ed è fondamentale formare nuove figure professionali in grado di innovare le aziende del calzaturiero Made in Italy coniugando al meglio la nostra tradizione e gli standard di eccellenza che caratterizzano la nostra produzione.
La formazione, affiancata da mirate strategie di internazionalizzazione e da importanti iniziative fieristiche tra cui il Micam, è la risposta concreta con cui possiamo avviare un processo di rilancio del calzaturiero italiano e confermarne il primato nel mondo. Un settore fondamentale per la nostra economia e che può far da volano all’intero sistema Paese.