Vertice a Milano per i manager responsabili della sostenibilità delle maggiori case italiane e internazionali in occasione della seconda “International roundtable on sustainability” promossa dalla Camera Nazionale della Moda Italiana, in partnership con Swarovski.
Una tavola rotonda per mettere al centro del dibattito il tema della sostenibilità nel mondo del fashion, industria che, in termini di inquinamento ambientale, è al secondo posto fra quelle globali. «Il fatto che l’Italia rappresenti gran parte del business e della produzione europea del fashion – ha dichiarato Carlo Capasa, presidente dell’ente camerale – non è solo positivo, ma anche una grande responsabilità che noi sentiamo. In ballo c’è il consumo d’acqua e anche le cattive abitudini dei consumatori, come quella di comprare abiti che non verranno poi mai indossati». In Italia la Camera ha istituito già nel 2011 il tavolo di lavoro sulla sostenibilità e in occasione dell’incontro milanese, sono state rilasciate le Linee Guida sui requisiti eco-tossicologici per miscele chimiche e scarichi industriali.
Importante è il coinvolgimento dei giovani usando gli strumenti dei social media
«È molto importante – ha commentato a questo proposito Claudio Marenzi, presidente di Confindustria Moda e presidente di Herno – quello che potremo fare in futuro per un mondo più sostenibile e pulito, ma è molto più importante quello che possiamo fare ora e le Linee Guida rappresentano qualcosa di fattibile subito dalle aziende».
«Per trasformare l’industria della moda in qualcosa di sostenibile – ha detto durante la roundtable Pascal Morand, Executive President of the Federation de la Haute Coutire et de la Mode – bisogna affrontare la questione da diversi punti di vista. Vanno superati confini fisici, culturali, legali, tecnologici e di settore». E poi vanno coinvolti i più giovani, che sono i più attenti ai temi della sostenibilità.