Una mostra a Berlino punta alla sostenibilità rivisitando i metodi tradizionali e l’artigianato
È la prima grande mostra in Germania dedicata alla moda e all’acconciatura di origine africana. Il modo innovativo adottato dal Kunstgewerbemuseum per affrontare il problema del passato coloniale dell’Europa nel Continente Nero. Ed è curioso che la curatrice del museo, Claudia Banz, sottolinei durante la presentazione stampa della mostra ‘Afro Futures. Fashion – Hair – Design’, che «Non esiste un singolo pezzo proveniente dall’Africa nella collezione permanente del Kunstgewerbemuseum di Berlino (Museum of Decorative Arts). Ma questo sta per cambiare».
Le ha fatto eco Friederike Tappe-Hornbostel, capo della comunicazione della Fondazione Culturale Federale Tedesca, sostenendo che è politicamente corretto evitare di etichettare gli artisti in categorie restrittive: «In realtà non importa se questi artisti provengono da Parigi, Dakar o Milano», la sua tesi.
L’idea alla base dell’esposizione, che resterà aperta fino al Primo dicembre, è stata quella di dare una carta bianca a designer innovativi e di fascia alta di origine africana per recuperare le narrazioni stabilite dall’industria della moda occidentale. E le installazioni degli artisti mostrano gli sforzi per sfidare gli stereotipi sulla cultura africana e sviluppare una moda sostenibile.
Alcuni esempi
“Dovresti indossare colori vivaci perché sei scura”, dicevano spesso a Lamula Anderson (Uganda). Con la sua etichetta ha quindi deciso di opporsi a quelle norme sociali espresse nella propria comunità progettando abiti neri, che “possano essere letti come una dichiarazione di auto-espressione e si oppongono alla norma”.
Nella loro installazione, Laura Tarot e Naay Sooley, una coppia di designer dell’etichetta Bull Doff, conferiscono un’estetica punk in bianco e nero al tradizionale tessuto intrecciato che accompagna gli africani in fasi importanti della loro vita: la copertina per un neonato , un abito da sposa o una coperta funebre. Combinando le tradizionali tecniche di tessitura con la tecnologia, incorporano nel tessuto materiali insoliti come ferro, pneumatici di gomma e pelle riproducendo modelli reali provenienti da Senegal, Burkina Faso e Ghana.