La sostenibilità è di moda? Questa è la domanda che è stata posta nella conferenza tenutasi all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Conferenza alla quale hanno partecipato importanti figure del panorama della moda italiana.
La moda è per definizione qualcosa di aleatorio e in costante mutamento, ciò che oggi è di tendenza domani sarà già vecchio. La sostenibilità necessita invece di politiche lungimiranti e a lungo termine. Come si possono coniugare quindi moda e sostenibilità? Per Giorgio Bertinetti, professore ordinario di Finanza Aziendale: «la sostenibilità è un’esigenza e il mondo del fashion da lungo tempo rivolge molta attenzione a questi temi». La domanda sorge però spontanea, cosa spinge un imprenditore ad aumentare i costi di produzione per far sì che il processo produttivo abbia il minor impatto ambientale possibile? Aumento dei costi di produzione significa infatti un aumento dei costi del prodotto finale che il consumatore dovrà acquistare. La risposta è prontamente fornita da Andrea Boragno, presidente di Alcantara: «La sostenibilità non è in conflitto con il profitto anzi, la sostenibilità può aiutare il profitto». L’idea è che, se ben informato, il consumatore è disposto a pagare di più un prodotto sapendo che esso è stato per esempio realizzato con materiale riciclato.
Moda e sostenibilità: creare valore oltre il profitto
L’aumento del costo di produzione sarebbe quindi coperto dal ritorno d’immagine prodotto dall’adottare politiche sostenibili. A tale proposito, dal 2011, il Ministero dell’ambiente ha attuato il Programma Italiano per la valutazione dell’impatto ambientale e rilascia un’etichetta che sarà poi posta sul prodotto: il consumatore potrà quindi venire a conoscenza della genesi del prodotto e sapere se esso sia stato realizzato secondo i parametri internazionali.
San Benedetto è stata una delle prime ad aprire i cancelli agli agenti del ministero. Nel 2010 per produrre una bottiglia venivano emessi 210 grammi di CO2, nel 2011 173. Nel giro di appena un anno, dopo la valutazione del Ministero e il conseguente rilascio di etichetta, San Benedetto ha aumentato le vendite del 78%. L’esperienza pionieristica di San Benedetto ha spinto molte aziende, soprattutto nel settore della moda, ad aderire al programma di valutazione del Ministero e ad attuare politiche sostenibili. Lotto Sport ha iniziato un programma di recupero delle reti da pesca abbandonate in mare. Tali reti verranno riutilizzate per produrre calzini. Molte altre aziende come Gucci, Benetton, Cruciani stanno iniziando ad adottare politiche sostenibili per un settore che si stima coinvolgerà nel 2020 un giro d’affari di 2,3 miliardi di dollari.
La sfida lanciata dal Presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana Mario Boselli è allora: «Creare valore aldilà del profitto. Il contesto economico e sociale nel quale le imprese si trovano ad agire è cambiato molto negli ultimi anni e il profitto non può più essere l’unico valore da perseguire».