È stata recentemente pubblicata la terza edizione del Lanieri Fashion Tech Insights 2018, il report annuale sui nuovi trend tecnologici del mondo della moda, realizzato dall’Istituto Piepoli per Lanieri, e-commerce di abiti maschili su misura Made in Italy. Tra le molte indicazioni contenute nel rapporto, esce anche un’immagine dei nuovi fenomeni che ancora non sono diffusi in Italia ma che richiedono alle aziende della moda di attrezzarsi per un futuro ormai già attuale fuori dai nostri confini nazionali.
È il caso del Voice assistant, tecnologia che è ormai entrate nelle abitudini quotidiane dei consumatori di molti Paesi esteri: alle domande in merito, il 41% degli intervistati preferisce non rispondere in quanto poco informato. Altro esempio è quello dei bitcoin: il 79% degli italiani dichiara di non possederle e di non esserne interessato, ma un millennials su 10 dichiara che aumenterebbe i propri acquisti fashion sul web se potesse pagare con i bitcoin.
Tutela del Made in Italy e export sono le leve per dare impulso all’innovazione commerciale
Ancor piu interessante, anche per la tutela del Made in Italy, è la tecnologia blockchain. I microchip che la utilizzano possono garantire al cliente con assoluta certezza se un capo di abbigliamento è autentico o un’imitazione; se è stato rubato, dove è stato realizzato e la storia generale del prodotto. E visto che tutte queste informazioni potranno essere accessibili dallo smartphone, uno su 5 degli intervistati pensa che aiuterà a prevenire la contraffazione (18% del campione) e verificare la provenienza dei materiali (19%).
«Lo studio – ha commentato Simone Maggi, CEO di Lanieri – ha evidenziato come i consumatori si dimostrino sempre più attenti a una shopping experience innovativa, dove le tecnologie emergenti stanno passando da una dimensione di nicchia a fenomeni in grado di condizionare le dinamiche di acquisto di milioni di persone. Si tratta di una rivoluzione agli inizi, ma che sta già dando ottimi risultati sia sul mercato domestico sia, in particolare, sull’export. Per questo, è fondamentale che ad abbracciarla siano tutti gli attori del sistema moda italiano».