«Fashioned from nature», la mostra del Victoria & Albert museum di Londra che passa in rassegna 400 anni di moda attraverso 300 capi e accessori, esamina il rapporto sempre intenso, ma anche contraddittorio, tra il mondo naturale e la fashion industry. L’esposizione, sponsorizzata dalla Celc-Confederazione europea del lino e della canapa e da G star raw, è espressione della sempra maggiore attenzione che il mondo della moda pone al tema della propria sostenibilità.
«Ho sempre voluto allestire una mostra sull’interazione fra moda e natura – spiega la curatrice Edwina Ehrman – Purtroppo l’impatto dell’industria della moda sulla natura sta raggiungendo un punto di non ritorno sull’ambiente e ho ritenuto importante investigare anche questo aspetto». La mostra si articola su due livelli. Il piano terra è dedicato all’abbigliamento del XVII, XVIII, XIX secolo. Al primo piano, design del XX secolo e del nuovo millennio: da Paul Poiret e Christian Dior, fino ad arrivare ai capi ed accessori eco-sostenibili di Christopher Raeburn e Stella McCartney.
Una sezione è dedicata ai nuovi materiali, un’altra ai movimenti per la tutela dell’ambiente
Aperta fino al 27 gennaio 2019, la mostra propone temi di riflessione a partire da esempi di grande impatto, come l’abito indossato al Met Gala del 2016 da Emma Watson e disegnato da Calvin Klein: era realizzato in plastica riciclata proveniente da bottiglie usate e progettato in tre moduli per essere riutilizzato con diversi abbinamenti.
L’esposizione del V&A si spinge oltre e propone una sezione tutta dedicata ai nuovi materiali tra i quali una clutch in fibra di ananas, un abito di Vegea fatto con gli scarti dell’uva provenienti dalle aziende vinicole, un completo di Ferragamo in fibra d’arancia o i capi della collezione H&M “Conscious” realizzati con i rifiuti plastici raccolti sulle spiagge. L’allestimento della mostra poi sottolinea anche l’importanza che i movimenti di protesta hanno avuto nell’attirare l’attenzione sui problemi ambientali.