Il progetto “Atotus” si è invento una ‘moneta’ per vendere vecchi tessuti e comprare nuovi abiti
Nasce creando una propria ‘moneta’ il nuovo progetto che intende diffondere l’economia circolare nel campo della moda: l’obiettivo è quello di costituire una vera e propria comunity per il riciclaggio dei filati usati e l’acquisto di nuovi tessuti con la propria, specifica ‘moneta’.
Non a caso, l’ideatrice del sistema vanta un passato nel mondo bancario: Silvia Atzori, 33 anni, il cui cognome tradisce l’origine sarda ha fatto omaggio alla propria terra denominando il nuovo progetto “Atotus”, termine della lingua isolana che significa “a tutti”.
Il messaggio che il progetto vuole portare avanti intende, infatti, coinvolgere il cliente finale come parte attiva di una filiera di moda sostenibile. Il cuore ‘fisico’ del sistema batte però molto lontano dalla natia Sardegna: il negozio è collocato nel paese di Vezzano, vicino a Trento, ed è ovviamente affiancato da una sofisticata piattaforma tecnologica. Nello “Store Atotus”di Vezzano si raccolgono i capi usati in cotone, lana e cashmere 100% che vengono ‘acquistati’ con un pagamento in “TIPs”, la moneta complementare creata da “Atotus”.
I capi raccolti vengono trasformati in nuovo filato rigenerato, lavorato dai tessitori per creare nuovi tessuti che poi vengono venduti ai brand di moda sostenibile che creano capi nuovi con materiale rigenerato.
La qualità del prodotto finale è garantita dalla ‘firma’ di alcune tra le più conosciute eccellenze del mondo tessile italiano attente alla sostenibilità: dai filatori, come Filatura Astro e Filatura Vangi, ai tessitori Berto e Texmoda, fino ai 4 brand di moda sostenibile Defeua, Ecodream, Parco Denim e Rifò.
Il cerchio del progetto “Atotus” si chiude quando coloro che hanno ottenuto la ‘moneta’ della comunity potrà spendere le ‘TIPs’ guadagnate con la consegna dei tessuti usati per ottenere forti sconti sull’acquisto dei capi sostenibili all’interno dello “Store Atotus”.