Altroconsumo ha calcolato l’impatto ambientale di varie fibre tessili: e non mancano le sorprese
Istintivamente, tutti noi consideriamo più sostenibili dal punto di vista ambientale i tessuti ‘naturali’, siano essi di origine vegetale come il cotone, il lino, la canapa e il denim, o di origine animale come la lana, la seta o la pelle. Di converso i tessuti sintetici come il nylon, il poliestere, il PVC o l’elastan sono considerati più inquinanti perché ottenuti da polimeri del petrolio.
Per definire la sostenibilità di un prodotto, esiste una metodologia standardizzata chiamata Life Cycle Assessment (LCA) che valuta il ciclo di vita di un prodotto, da come si ottiene la materia prima, a tutte le fasi successive, fino allo smaltimento. Altroconsumo ha condotto un’indagine su 18 materiali tessili utilizzati nell’industria dell’abbigliamento per la realizzazione di maglie e pantaloni.
Tra i tanti indicatori di impatto ambientale, i cinque più importanti sono: l’incidenza sul riscaldamento globale, il grado di tossicità per l’uomo, il consumo di suolo, l’uso di risorse non rinnovabili e il consumo di acqua. Dai risultati dell’inchiesta emerge che i capi con tessuti sintetici registrano le migliori performance ambientali.
Tra questi, il più sostenibile è il nylon, in particolare quello riciclato al 100%, considerato come termine di paragone per calcolare quanto tempo e quante volte in più i capi ottenuti con altri materiali devono essere usati per ottenere lo stesso punteggio in sostenibilità.
Sul versante diametralmente opposto al nylon riciclato troviamo la pelle naturale, che è il materiale con le maggiori ripercussioni per il pianeta, perché il suo ciclo di vita ha forti ricadute su tutti e cinque i maggiori indicatori di impatto. Per quanto riguarda i materiali naturali, dopo la pelle, sono pesantemente penalizzati dalla LCA, in ordine: seta, lana, cotone, denim, tela (un cotone più resistente), lino e canapa per imporre all’ambiente i costi più elevati.
Per raggiungere lo stesso livello di sostenibilità del 100% nylon riciclato, canapa e lino richiedono circa 2 anni di utilizzo aggiuntivo, per la tela si arriva a 3 anni, per cotone e denim a 4, per lana a 10 e anche per seta a 16.