Secondo i 90 marchi internazionali di moda intervistati dalla nuova indagine di Boston Consulting Group e Zalando Marketing Services, il 20% del volume degli scambi commerciali è già e-commerce. E le previsioni del report parlano di un dato destinato a raggiungere il 25% entro il 2020.
Le vendite di moda nei marketplace online, rileva l’indagine, stanno crescendo con un tasso annuo del 12%, mentre i negozi digitali di proprietà delle aziende crescono un terzo più lentamente. Molte delle aziende intervistate stanno affrontando la sfida dell’e-commerce riallineando le strategie di marketing e spostando la quota principale del loro budget sui canali online. Con il 43%, la voce più importante del budget del marketing è quella relativa ai media, di cui oltre il 60% è in media già speso online. Lo studio dimostra inoltre come strategie mature e personalizzate di marketing digitale possano aumentare le vendite del 15%. E nonostante il 76% delle aziende ne riconosca il potenziale, finora solo il 13% ha messo in atto strategie di personalizzazione attraverso e-mail, post sui social media e screen ad per i singoli clienti.
Le crisi geopolitiche del mondo minacciano la crescita della moda italiana per i primi mesi del 2019
Frattanto qualche nube sembra addensarsi sul comparto italiano: se è ben vero che la Moda italiana chiuderà il 2018 con un fatturato in crescita del +2,8% a 66,6 miliardi di euro, il “peggioramento dei giudizi sulla consistenza del portafogli ordini delle imprese della moda registrato a dicembre fa prevedere un inizio 2019 particolarmente incerto”.
I dati sono stati diffusi dalla Camera nazionale della moda: a pesare sono le incertezze geopolitiche, per il presidente della Camera nazionale della Moda, Carlo Capasa: «Per un’industria che esporta anche l’80% di quello che produce, sono alla base del problema. Ci auguriamo che si risolvano, ma c’è la Brexit, gli Usa che minacciano dazi e Parigi a ferro e fuoco…». Comunque le stime parlano pur sempre “di crescite positive”, anche se “con un rallentamento”.