Il 2019 per l’industria della moda sarà un anno che richiederà ai marchi un forte rinnovamento, una autodisgregazione per conquistare nuovi mercati e nuovi clienti giovani sui mercati tradizionali. Lo sostiene “The State of Fashion 2019”, il nuovo report realizzato da The Business of Fashion (BoF) e McKinsey & Company. Secondo il McKinsey Fashionscope, il prossimo anno la Grande Cina supererà gli Stati Uniti diventando il primo mercato mondiale della moda, mentre persisterà il rischio di fattori di instabilità esterni al sistema. La crescita dell’industria dovrebbe quindi rallentare al 3,5-4,5% nel 2019, leggermente al di sotto delle stime dell’anno precedente (4-5%).
Sarà una crescita polarizzata. La maggior parte dei manager intervistati nei diversi segmenti e aree geografiche mantiene una visione cauta, citando “volatilità, incertezza e cambiamenti nell’economia globale” fra le principali preoccupazioni per il 2019. I rischi relativi alle politiche commerciali e al rallentamento della crescita economica globale, anche nei principali mercati asiatici, così come l’incertezza legata ad alcuni eventi come la Brexit, potrebbero compromettere le prospettive di sviluppo del mercato globale.
È convinzione diffusa che solo le fascie alte del mercato terranno e si ‘mangeranno’ il medio livello
«L’ottimismo è circoscritto ad alcuni mercati, in particolare al Nord America e al segmento del lusso, trainati dalla solida performance del 2018 – afferma Imran Amed, fondatore e direttore di BoF – Ma non devono allentare la presa, dato che il mercato continua a essere caratterizzato da cambiamenti radicali nell’economia mondiale, nel comportamento dei consumatori e nello stesso fashion system».
Il report evidenzia l’ascesa dei “super winners”, le prime 20 società quotate in borsa che dominano sempre più il settore in termini di creazione del valore: tra queste l’italiana Luxottica. Questo gruppo comprende marchi come Nike, LVMH e Inditex, e rappresenta oggi circa 25 miliardi di dollari di profitto economico, pari al 97% del valore totale creato dal settore, rispetto al 70% del 2010. Negli ultimi 10 anni, i department store del Nord America hanno perso terreno, uscendo completamente dalla top 20. Da notare, inoltre, che non figura ancora alcun retailer online nella classifica dei top 20.