Ci sono segnali positivi ma per il 77% delle imprese sono ancora lontani i livelli pre-pandemici
Il Rapporto Euler Hermes, società del Gruppo Allianz e leader mondiale dell’assicurazione crediti, raccoglie l’esito di una indagine, svolta in collaborazione con l’Istituto di ricerca Format Research, sulle imprese manifatturiere del settore “moda” e sulle prospettive di ripresa dopo la crisi innescata dal Covid e dalle conseguenti chiusure degli esercizi commerciali, dai lockdown prolungati e dal rallentamento delle filiere di fornitura globali.
Secondo lo studio, il 51% delle imprese sono state colpite dalla pandemia, per l’8% con effetti “devastanti” e solo per il 31% con conseguenze minime.
Nel percorso di ripresa che le aziende stanno tentando, il 77% di esse sembra essere oggi ancora lontano dai livelli pre-pandemia in termini di performance e livello dei ricavi, e solo il 24% dichiara di avere recuperato i livelli di fatturato e performance pre-Covid. I mancati incassi hanno di conseguenza aumentato il fabbisogno di Capitale Circolante, quantificato su scala nazionale tra i 400 e i 500 milioni di euro, che tuttavia sono stati in parte coperti dalle misure messe in campo tanto dal Governo quanto dalle istituzioni finanziarie, essenziali per preservare il tessuto produttivo e imprenditoriale italiano.
Ora la ripartenza c’è: rispetto a luglio 2020, il valore delle vendite al dettaglio è cresciuto su tutti i canali distributivi con aumenti maggiori per l’abbigliamento (+15,4%) e le calzature, articoli in cuoio e da viaggio (+12,0%).
Complessivamente, nei primi sette mesi il settore ha seguito il trend generale, crescendo in termini di fatturato del +22,2%. L’export del settore, che rappresenta il 10,4% del totale nazionale, è cresciuto nello stesso periodo del +22,1% grazie all’exploit della pelletteria (+25,5%), con differenze poco marcate tra mercati Ue ed extra Ue.
In forte calo, invece, l’import di prodotti tessili (-33,1%) soprattutto da Regno Unito, Usa, Svizzera e Cina (-76,1%).