Stando ai dati analizzati da Confesercenti, i saldi estivi 2016 hanno registrato un andamento complessivamente fiacco, sotto le attese e che non basta ad invertire la crisi profonda del comparto. La quota di budget delle famiglie dedicata alla moda si è attestata al 4,6%, in calo di circa un punto percentuale rispetto al 2010 per un valore di quasi 9 miliardi di consumi in meno. A salvarsi durante i saldi sono state soltanto alcune località a maggiore vocazione turistica, dove il flusso di visitatori ha permesso di ottenere risultati in lieve crescita sullo scorso anno.
A pesare, tra i molti fattori, il cambiamento di abitudini degli italiani, che sembrano essere meno interessati di un tempo alla moda, una delle poche aree di spesa che continuano a perdere terreno, in quanto oggi più rappresentativo sembra essere il modello di cellulare posseduto. Il calo di spesa ha avuto pesanti ripercussioni sul tessuto imprenditoriale: dal 2010 ad oggi si registra la sparizione di oltre 12mila imprese del comparto tessile, abbigliamento e calzature. Sono passate dalle 140.271 del 2010 alle 127.856 del giugno di quest’anno, con una caduta del 9%. Perduti anche più di 25mila posti di lavoro: secondo le stime dell’Ufficio economico Confesercenti, gli occupati del settore sono passati, nello stesso periodo, da 350.677 a 324.692, per un calo del 7,4%.
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