Mancano conoscenze specifiche per affrontare il tema e non c’è attenzione ai rapporti di filiera
Da uno studio effettuato da Cikis, società di consulenza sulla sostenibilità, solo il 39% delle aziende PMI italiane della moda ha al proprio interno le competenze tecniche minime necessarie per mettere in pratica azioni critiche di sostenibilità.
Uno dei problemi principali rilevati dall’analisi sta nel fatto che le aziende non investono in competenze specialistiche, ma continuano anche per queste tematiche ad affidarsi al proprio team interno che pur se questo non ha un’adeguata formazione specifica sui temi della sostenibilità.
Questo provoca, ad esempio, che solo il 7% delle aziende intervistate da Cikis ha una adeguata conoscenza dei temi legati alla tracciabilità della filiera, che rappresenta invece uno dei pilastri della sostenibilità.
Altrettanto sconosciuti sono, di conseguenza, i temi riguardanti l’energia e i processi chimici lungo la filiera. Inoltre, solo il 9% delle aziende interpellate cita tra le questioni della sostenibilità la tutela dei lavoratori come criticità del settore.
Serena Moro
fondatrice di Cikis
Con la crisi dovuta al COVID, le aziende dovranno approfondire i temi della sostenibilità e ben il 73% delle persone intervistate ha dichiarato di aver iniziato a integrare pratiche di sostenibilità; purtroppo la mancanza di competenze impedisce loro di focalizzarsi su quelli che sono gli elementi critici per una azienda.
I vantaggi della sostenibilità emergono quando il percorso viene intrapreso con serietà e costanza, ma focalizzarsi solo sui materiali senza un approccio più scientifico non consente di rispondere adeguatamente alle sfide della sostenibilità e intercettare gli interessi di consumatori sempre più attenti a questi temi.
L’Italia è sempre stata riconosciuta per gli alti standard qualitativi, legati anche alla sostenibilità. Ciò può dare un vantaggio alle aziende italiane che investono su questo tema».