Date diverse in tutta Italia, ma per tutti la prospettiva è di una caduta degli acquisti di -70€
Gennaio mese di saldi, tradizionalmente. Ma l’ondata pandemica ha dato colori diversi anche a questa stagione: qualche regione li ha avviati all’inizio del mese, altre a metà mese, altre ancora aspettano fino alle porte di febbraio per trasformare in effettivi saldi le campagne promozionali di sconti che autonomamente i commercianti già hanno varato.
Quel che appare comunque uguale in tutta Italia sarà il netto calo delle vendite rispetto allo scorso anno. Confcommercio stima in media 254 euro di shopping, pari a 70 euro in meno dell’anno scorso. E se con l’emergenza Covid si riduce la spesa dei consumatori, i negozianti sono costretti a aumentare gli sconti.
In grandissimo aumento la percentuale di consumatori che acquisteranno in saldo online a discapito dei negozi tradizionali: il 48% si rivolgerà ai negozi fisici, il 35% sarà sull’online, secondo l’indagine di Confcommercio-Imprese. In sostanza, rispetto al 2020, la scelta dello shopping sul web sale del +13,7% mentre la spesa nei negozi scende del -8,1%. Gli italiani acquisteranno in saldo prevalentemente capi di abbigliamento (il 96,6%), seguiti da calzature (l’89,3%), sciarpe e guanti (il 33%) e biancheria intima (25,5%).
Massimo Torti
segretario generale
Federazione Moda Italia
Confcommercio
Sono saldi che partono a singhiozzo lungo tutto il mese di gennaio all’insegna della difficoltà dei consumatori, che hanno più voglia di acquisti ma meno soldi in tasca, e dei commercianti che devono far fronte alla diminuzione delle vendite in stagione, alle restrizioni dei decreti, alle limitazioni degli spostamenti, al venir meno delle occasioni d’incontro, ad un eccessivo utilizzo dello smart working, all’assenza dello shopping di turisti stranieri extra Ue che spendevano nella moda mediamente 861 euro a persona.
Sono saldi anche del buon auspicio per l’economia, perché generano un importante volano d’affari. Il dettaglio moda è un settore in drammatica sofferenza a causa della pandemia e servono indennizzi per superare l’emergenza. Chiediamo ascolto al Governo perché indennizzi subito il settore prima che sia troppo tardi e peggiori la situazione per tutta la filiera. Sono indispensabili contributi a fondo perduto, parametrati sull’effettivo calo dei fatturati, considerando, tra l’altro, che i negozi di moda sono stati tra i pochi esercizi commerciali condannati alla chiusura perché non essenziali.