Con 8.000 visitatori, 548 collezioni, 4.900 compratori la kermesse fiorentina ‘vince’ la pandemia
Da ricordare per Firenze la ripartenza dei saloni in presenza per Pitti Immagine: l’edizione Pitti Uomo 2022 è stato un successo nonostante i tempi di self-distancing. Presentate 548 collezioni di moda maschile, quasi il 30% dall’estero; circa 4.900 compratori, di cui circa il 30% da una sessantina di paesi stranieri; complessivamente, contando agenti, rappresentanti, fornitori, giornalisti e ospiti, oltre 8.000 persone hanno affollato in tre giorni Fortezza da Basso.
I primi dieci Paesi esteri per affluenza compratori a Pitti Uomo sono Olanda (134 buyers), Francia (134), Spagna (123), Germania (118), Gran Bretagna, Svizzera, Belgio, Turchia, Usa e Russia. Buoni risultati Anche dai Paesi del nord Europa (Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia per un totale di 60 buyers). Ma sono senza dubbio da segnalare alcune presenze di qualità anche da Cina, Giappone, Corea del Sud e Cina Hong Kong.
«Se non sapessi che è in corso la pandemia – ha commentato Claudio Marenzi, presidente di Herno – avrei detto che sono state praticamente normali giornate di fiera. Abbiamo lavorato come sempre, quindi questi sono stati giorni estremamente positivi, in termini proprio quantitativi. Poi c’è la positività delle persone che sono venute per lavorare, con la voglia di fare e molta determinazione. Si è respirata tanta volontà di uscire da questa situazione».
Nella giornata inaugurale di Pitti Uomo, una quarantina di lavoratori precari del comparto moda ha manifestato per denunciare i contratti truffa, gli orari di lavoro estenuanti e le paghe insostenibili che ancora avvelenano il mondo del lavoro nel fashion. «Tutto questo lusso – proclamavano i dimostranti – si accompagna alla retorica della ripresa e del rilancio dell’occupazione. Andrebbe detto, invece, che questi settori si reggono sulla fatica e su paghe da fame: turni sempre più lunghi, fino a 12 ore, e paghe che spesso non superano i sei euro all’ora».