Malgrado i fatturati siano positivi, Confindustria ha avanzato le proprie richieste di sostegno .
Non è ancora nato, ma già Confindustria Moda mette le mani avanti e presenta un accorato appello affinché il nuovo esecutivo intervenga tempestivamente sulle criticità del momento e sulle prospettive del prossimo futuro che per gli industriali del settore vedono ricco di incognite.
E questo nonostante il fatturato delle aziende del tessile, moda e accessorio nel primo semestre di quest’anno sia mediamente aumentato del +18,2% rispetto allo stesso periodo del 2021, spinto in particolare dalle esportazioni. Ma Confindustria Moda già lamenta il boom dei costi di energia e materie prime che ha avuto un impatto dirompente sugli utili delle Pmi che costituiscono l’ossatura della filiera, al punto che molte rischiano la chiusura.
Come sottolinea il presidente di Confindustria Moda Ercole Botto Poala, il desiderio di Made in Italy nel mondo resta alto, ma è urgente salvaguardare e, anzi, valorizzare il patrimonio di eccellenza rappresentato dalle piccole imprese e del lavoro artigiano. Sei i punti evidenziati dalla Federazione e che riprendono tutti gli aspetti che colpiscono un po’ tutto il comparto produttivo: contrasto al caro-energia; integrazione per gli stipendi dei dipendenti; rafforzamento del coordinamento tra Ice Agenzia e le associazioni nazionali di categoria per promuovere il Made in Italy all’estero; rifinanziamento del piano Industria 4.0 e Transizione 4.0; credito di imposta per campionari e collezioni; formazione.
«La sfida che abbiamo davanti – sottolinea il presidente Ercole Botto Poala – è sicuramente tra le più complesse mai viste. Il settore che rappresentiamo con tutte le associazioni confederate è una risorsa che deve essere valorizzata, per poter garantire la crescita economica di tutto il sistema Paese nei prossimi anni. Da Nord a Sud, i nostri distretti ricoprono tutto lo Stivale e, se messi nelle giuste condizioni, saremo un motore per lo sviluppo inclusivo del Paese nella sua interezza».
Intanto Confindustria Moda, Rete Tam (Rete Nazionale degli Istituti dei settori Tessile, Abbigliamento e Moda) e Unioncamere (ente pubblico che rappresenta il sistema camerale italiano) hanno firmato a Roma due accordi di collaborazione della durata di tre anni, con l’obiettivo di contribuire alla realizzazione e diffusione di esperienze di formazione e orientamento al lavoro nelle professioni dei comparti di riferimento.