Il fratello del presidente di CMI presenta in anteprima alla Fashion Week la sua “Capasa Milano”
Debutterà ufficialmente alla vigilia della Milano Fashion Week il nuovo brand “Capasa Milano”, ritorno alla moda di Ennio Capasa, dopo i sei anni nei quali si è dedicato al disegno e alla scultura.
Lo stilista italiano aveva ceduto nel 2016 al fondo Sequedge, suo partner finanziario giapponese, “Costume National”, il brand che aveva fondato nel 1986 con il fratello Carlo, oggi presidente della Camera nazionale della moda italiana. Lo stilista pugliese farà sfilare martedì 22 febbraio al teatro degli Arcimboldi, la sua collezione intitolata “Prima che inizi”, che sarà venduta dal prossimo settembre.
Il progetto, attualmente autofinanziato, riunirà i fratelli Capasa. Ennio sarà infatti affiancato dal fratello Carlo, anche se in un ruolo di supporto strategico e non più nella gestione operativa della maison come in passato, e dalla sorella Rita, basata a New York, che si occuperà di marketing e distribuzione.
L’idea è di offrire una moda alto di gamma e senza tempo, sostenibile e incentrata sul Made in Italy. L’abbigliamento sarà esternalizzato, la maglieria è stata affidata a Modit International e le calzature a Him Co (High Italian Manufacturing), gruppo nato dall’acquisizione da parte del management italiano delle società industriali facenti parte dell’ex Onward Luxury Group.
Già nel nome della sua nuova società, Ennio Capasa ha voluto sottolineare il suo rapporto con Milano: «È la mia città, da quando ho 18 anni. Racconta la mia storia ed è la città perfetta per creare moda, una delle migliori al mondo». Al tempo stesso sta anche pensando alla sua terra nata e quindi a creare uno stabilimento in Puglia perché «la regione è così avanti quando si tratta di produzione di moda. Offre grandi possibilità di sviluppo industriale». Tema cruciale, oltre alle questioni di genere, anche quello della sostenibilità, che Ennio ammette di avere imparato dal fratello Carlo, soprattutto in termini di evoluzione di un Made in Italy che sappia fondere artigianalità, etica e tecnologia.