Tra tutti i settori nei quali la contraffazione attacca il Made in Italy, quello della moda è stato probabilmente il primo ad essere aggredito ed è tutt’oggi quello che paga un prezzo straordinariamente alto. Il falso impazza ed entra nelle nostre case attraverso internet.
Cosa si può fare per frenare questo fenomeno? Lo abbiamo chiesto a Renato Borghi, Presidente Nazionale della Federazione ModaItalia di Confcommercio, a Mestre in occasione dell’annuale assemblea della struttura provinciale.
“La contraffazione si insinua proprio laddove la possibilità di controlla da parte dell’autorità non c’è. Noi abbiamo firmato un protocollo d’intesa a livello europeo come FederazioneModaItalia e Associazione italiana Commercio Estero con l’Associazioni industriali europea proprio per cercare un rafforzamento degli aspetti legislativi che regolano quel tipo di attività.”
Certo è che se anche sono le stesse aziende italiane che non si danno da fare…
“Responsabilità per i danni di questo fenomeno sono anche delle aziende le quali investono poco in sistemi di sicurezza, in ologrammi, in sicurezza aziendale. Siamo in Europa il Paese che investe meno in questa materia, pur avendo nel nostro sistema aziende che sono all’avanguardia ad esempio per le radiofrequenze. Il dato di fatto resta la scarsità di investimenti per la sicurezza.”
Cosa può fare il commercio per uscire dalla spirale perversa dei saldi di fine stagione tutto l’anno?
“Le aziende commerciali quest’anno sono in difficoltà e quando uno è in difficoltà da anche delle risposte emotive. Noi sulla liberalizzazione dei saldi abbiamo detto chiaramente che non possiamo fare di tutte le vendite un fascio. Vorremmo liberalizzare le promozionali così da permettere in tutti i periodi dell’anno di fare vendite a prezzi scontati. Ma i saldi devono essere di fine stagione e forse farli a gennaio è anche troppo presto.”