Tutte le organizzazioni del settore agricolo, compresi sindacati e mondo cooperativo, hanno sottoscritto un documento comune contenente le richieste dell’agricoltura italiana da portare in sede Ue, nel dibattito sulla riforma della Politica agricola europea, la nuova PAC. Sola eccezione a questa unanimità di intenti, quella dell’industria alimentare i cui rappresentanti hanno ritenuto di non sottoscrivere il documento d’accordo finale. Il rapporto è stato consegnato al Ministro Giancarlo Galan in occasione del Forum organizzato dal ministero delle Politiche agricole sul futuro della Pac in cui lo stesso Ministero aveva presentato un documento di sintesi sul tema.
Mantenere una dotazione finanziaria adeguata e far valere nella distribuzione delle risorse criteri che privilegino la qualità e non la quantità: questi i criteri fondamentali secondo le rappresentanze del mondo agricolo italiano dai quali partire pregiudizialmente nella negoziazione sulla nuova politica comune. Nel suo discorso al Forum, il ministro Galan ha chiesto di andare oltre, per razionalizzare la spesa: “ci vuole – ha detto – meno burocrazia, meno dirigismo, meno assistenzialismo. Sono queste le parole chiave più importanti se si tiene conto che 761mila persone ricevono oggi meno di 1.000 euro e che 196mila ricevono meno di 200 euro. Tutto questo fa il bene del comparto? Non so quanti politici e amministratori si sentiranno di togliere questo contributo, ci vorrà coraggio. Io ce l’ho”.
Il documento delle organizzazioni agricole dice no all’adozione di criteri di distribuzione delle risorse che siano esclusivamente basati sulla superficie agricola e sottolinea la necessità che nella cornice della nuova Pac siano previsti strumenti flessibili in grado di dare sostegno al settore nel caso di estrema volatilità dei prezzi. Inoltre si chiede l’elaborazione di un Documento sullo Sviluppo rurale a livello nazionale che assicuri flessibilità ed autonomia dei programmi regionali in un quadro di garanzia nazionale per i prodotti di pregio.