La drammatica devastazione provocata dalle scosse telluriche di maggio ha profondamente colpito il sistema agroalimentare dell’Emilia. Molto si è parlato del Parmigiano, ma c’è un altro prodotto tipico che è stato duramente colpito: «Quello dell’Aceto Balsamico di Modena, tradizionale e non – ha affermato il Presidente del Consorzio Aceto Balsamico di Modena, Cesare Mazzetti, che ha fatto da portavoce anche ai Consorzi di Tutela delle due DOP ‘Aceto Balsamico Tradizionale’, di Modena e Reggio Emilia – è un settore che ha subito a livello economico ingenti danni: almeno 21 gli operatori coinvolti, di tutte le dimensioni, che hanno la loro attività produttiva all’interno del perimetro sismico. Le perdite hanno riguardato in massima parte le strutture immobiliari e gli impianti, tuttavia si sono avute anche perdite di prodotto, sia di prodotto finito sia in corso di maturazione/invecchiamento. I danni hanno al tempo stesso interessato le materie prime, ovvero mosti, aceti di vino e vino da acetificare. Complessivamente i danni sono stati tali da fare quantificare l’impatto economico del sisma, in termine di valore totale dei danni alla filiera, in circa 20 milioni di Euro». Oggi la produzione risulta ripresa quasi a pieno ritmo, ha sottolineato il Presidente del Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena, Cesare Mazzetti, nel corso dell’incontro avuto con il Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Mario Catania, in visita ufficiale nelle zone terremotate. Ma sono stati mesi difficili: alcuni dei più grandi operatori del settore (nella zona sono state infatti colpite, in vario modo, almeno tre delle quattro maggiori aziende) hanno subito un fermo della produzione, che per alcuni di essi si è protratto per poche settimane, per altri circa due mesi. Si sono così avuti ritardi e perdite nella distribuzione del prodotto, in parte mitigati dal fatto che alcuni operatori non danneggiati si sono offerti di collaborare con le imprese terremotate, producendo merci per loro conto, e così contribuendo a mitigare gli impatti negativi della inattività forzata.
Attualmente bisogna fare i conti con gli enormi costi del ripristino e messa in sicurezza delle strutture, che incidono pesantemente sui bilanci e rischiano di danneggiarne la competitività, se non verranno prontamente messe a disposizione delle aziende opportuni strumenti di sollievo economico e fiscale da parte delle Istituzioni preposte. Nel corso dell’incontro che il Presidente del Consorzio dell’Aceto Balsamico di Modena, Cesare Mazzetti, ha avuto con il Ministro per le Politiche Agricole Alimentari e Forestali Mario Catania, in visita ufficiale nelle zone terremotate dell’Emilia, le richieste avanzate dai produttori non si sono limitate a sollecitare sovvenzioni e risarcimenti. Il forte ricorso alla reciproca solidarietà ha mitigato gli effetti devastanti del sisma e la collaborazione tra le imprese ha permesso di mantenere un buon livello di produzione. I risarcimenti sono ora importanti, ma c’è un’altra questione che è stata sollevata da Cesare Mazzetti: la necessità di un intervento deciso e tecnico, sulla scorta della sua grande esperienza maturata a livello Europeo, per arginare l’utilizzo illecito e dilagante del termine ‘balsamico’ su prodotti imitativi, che danneggia consistentemente e sempre più l’economia e l’immagine del prodotto modenese e reggiano. Un invito cui il Ministro ha risposto, sostenendo la assoluta priorità di ottenere, a livello europeo, strumenti adeguati di lotta alla contraffazione, mettendo sempre più un forte accento sull’origine dei prodotti.
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