A gennaio i produttori possono aderire al bando per usare la tecnologia a difesa dei consumatori
Con una delibera approvata dalla Giunta regionale, la Lombardia ha esteso la tecnologia blockchain a tutte le filiere agroalimentari. Il provvedimento giunge dopo una positiva valutazione della sperimentazione avviata nel 2019 dall’assessorato all’innovazione e ricerca della Regione.
L’obiettivo è tutelare la sicurezza degli acquisti alimentari dei consumatori e valorizzare i prodotti delle filiere agroalimentari attraverso la tecnologia ‘blockchain’ per certificare in modo innovativo e trasparente il percorso degli alimenti e i controlli sanitari. «Quanto accaduto con la pandemia – dice la vicepresidente e assessora al welfare, Letizia Moratti – rende non più rinviabile l’obiettivo universale del ‘One Health’, ovvero la difesa e la ricerca della salute per uomini e animali e ambiente. Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), questo concetto ha e troverà ancora più spazio e valorizzazione nella revisione della legge regionale sulla sanità».
Gli operatori del settore agroalimentare potranno accedere ai dati, in interfaccia blockchain, previa presentazione di una domanda di adesione al progetto da presentare alla Regione a partire dal 17 gennaio 2022 facendo richiesta sul sistema informativo Bandi Online raggiungibile all’indirizzo: www.bandi.regione.lombardia.
«Il nostro obiettivo – spiega l’assessore all’innovazione e ricerca, Fabrizio Sala – era che la nostra sperimentazione venisse estesa a tutto il territorio regionale e a nuove filiere agroalimentari. Questa tecnologia ha già dato una svolta importante in termini di semplificazione durante la sua prima sperimentazione: siamo riusciti a eliminare il 90% dei passaggi burocratici risparmiando 3.500 ore di lavoro amministrativo».
«L’obiettivo di tutto il nostro lavoro – conclude Letizia Moratti – è dare una forte svolta al percorso del ‘One Health’, con una considerazione importante: tra un terzo e la metà di tutte le malattie infettive nel mondo sono trasmesse da animali e tre quarti delle malattie umane degli ultimi dieci anni sono riconducibili ad animali o a prodotti di origine animale».