La stima fatta da Coldiretti sulla base di quanto accaduto in altri anni passati è davvero preoccupante: la siccità di questo caldo inverno si ripercuoterà pesantemente sui raccolti della stagione produttiva a provocherà al Made in Italy agroalimentare un danno da oltre un miliardo di euro. La situazione più grave colpisce Piemonte, Lombardia, Veneto e Emilia Romagna, che insieme realizzano più del 35% della produzione agricola nazionale, e fa temere che si ripeta il disastro del 2007.
Il mese di gennaio ha fatto registrare il 60% di pioggia in meno rispetto alla media, dopo un dicembre che era stato ancora più gravoso con ben il 91% di precipitazioni in meno, il meno piovoso da 215 anni. E tutto il 2015 viene indicato come l’anno piiù caldo di sempre con 1,42 gradi in più rispetto al passato. La conseguenza più vistosa è visibile lungo il Po: mancano in media qualcosa come 2 metri di acqua rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma poi ci sono i grandi invasi del nord: il lago Maggiore è al 17% della sua capacità, il lago di Como è addirittura sceso al 12%, quello di Garda al 33%. Per non dire, infine, della quasi assoluta mancanza di neve sulle montagne, riserva di acqua che dovrebbe affluire progressivamente verso valle in primavera e che quest’anno rischia di non garantire il proprio indispensabile apporto.
Ammontano ad almeno un miliardo i danni per la siccità invernale
A preoccupare in queste giornate sono innanzitutto le ormai prossime semine di mais e soia destinate all’alimentazione animale: ne potrebbe risentire fortemente la produzione di latte e dei pregiati derivati, Grana e Parmigiano in primis. Ma la preoccupazione è anche per gli alberi da frutto che senza acqua rischiano di perdere i fiori e che ‘ingannati’ dalle attuali temperature già stanno facendo rigonfiare le gemme: un repentino abbassamento della colonnina di mercurio potrebbe fare danni gravissimi a queste piante in prefioritura.
Secondo Coldiretti bisogna intervenire subito, portando acqua ai laghi e alzando il deflusso minimo vitale per evitare rischi di desertificazione del territorio con gravi ricadute sull’economia agricola e sull’equilibrio ambientale. Siamo di fronte a cambiamenti climatici che si stanno manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi con pesanti effetti sull’agricoltura italiana che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro per i periodi di siccità che si sono ripetuti con particolare violenza nel 2003, 2007 e 2012 e per le improvvise alluvioni che hanno spesso fatto seguito a periodi di scarsa piovosità. Per Coldiretti “è necessario sviluppare ogni iniziativa atta all’accelerazione dell’attuazione del Piano di Sviluppo Rurale, in particolare per il riavvio del Piano Irriguo Nazionale come richiesto dall’Anbi (Associazione nazionale consorzi gestione tutela territorio ed acque irrigue)”.