Il Governo Monti, tra una manovra e l’altra, si è occupato anche di galline. Recependo alcune indicazioni dettate dalla Commissione Europea ha infatti già inserito nel decreto “Salva Italia” nuove norme relative alle modalità di conduzione degli allevamenti di galline. In particolare, dal 1° gennaio, gli allevatori di galline dovranno attenersi alla direttiva europea secondo cui il numero di galline presenti nello spazio di un metro quadro non dovrà essere superiori ai 13 o 14 esemplari. Si tenga conto che attualmente sono la maggioranza gli allevamenti che stipano nello stesso spazio un numero ben maggiore di esemplari, anche 20 galline ed oltre.
Nei mesi di novembre e dicembre erano sorti i primi dubbi sul rispetto del nuovo regolamento da parte degli allevatori e su di un presunto tentativo da parte del Governo di voler aggirare i nuovi regolamenti. Ora permangono altre perplessità, legate da un lato all’individuazione degli strumenti per garantire il rispetto della nuova normativa verificandone l’attuazione ed eventualmente sanzionando coloro tra gli allevatori che non abbiano adeguato i propri impianti. Tale compito verrà affidato a commissari inviati appositamente negli Stati membri, i quali si occuperanno di emettere le sanzioni previste nel caso venissero rilevate irregolarità.
Dall’altro lato sarà necessario trovare le forme per assicurare ai consumatori la reale provenienze e certificare la qualità delle uova destinate alla vendita. Le maggiori preoccupazioni infatti riguardano l’eventualità che possano essere immesse sul mercato uova illegali, provenienti da sistemi di allevamento non più riconosciuti dalla legge e dunque privi di un codice di riconoscimento adeguato.