Secondo l’Agenzia per la valutazione ambientale dei Paesi Bassi, entro il 2050 avremo una riduzione del tasso planetario di biodiversità pari al 15%, e tenendo conto delle estinzioni documentate negli ultimi 100 anni delle specie conosciute, si nota che i tassi di estinzione attuali procedono a ritmi cento volte superiori a quelli naturali. Il 2010 che ci lasciamo alle spalle era l’anno internazionale della biodiversità, ma pochi se ne accorti. Qualcuno anzi lo ha vissuto al contrario. È il caso purtroppo dell’ultimo lupo che viveva sui Monti Simbruini del Lazio e che di recente è stato ritrovato ucciso. É la sorte che è stata seguita da diversi lupi o orsi, ammazzati in diverse parti d’Italia. Con l’aggravante che il lupo dei monti Simbruini proprio perchè era l’ultimo esemplare conosciuto nel Lazio.
La possibile causa va ricercata nel fatto che mancano i fondi per sovvenzionare le guardie parco e, quindi, i controlli del territorio. Nel Lazio si è passati, dai 6 milioni di euro del 2009 ai 3 milioni e 200 mila del 2010 e il trend è destinato a proseguire la corsa in negativo. Il taglio dei fondi per le aree di pregio naturalistico e culturale è per altro diffuso in tutte le ragioni, dalla Sicilia al Veneto.
La mancanza di fondi per la gestione ordinaria delle aree naturali protette e la mancata attivazione delle risorse comunitarie rischiano di colpire in particolare le Associazioni Ambientaliste che hanno garantito in questi anni un insostituibile ruolo di laboratori scientifici all’aperto e custodiscono un importante patrimonio di biodiversità. Realtà concrete che sono già ad un passo dalla chiusura per mancanza di fondi.