La Regione Emilia Romagna ha approvato il codice di “buone prassi” ambientali e sociali per il settore dell’agroalimentare tipico del territorio: ‘Prodotti alimentari non solo più buoni, ma anche più equi, più giusti, più rispettosi dell’ambiente’. La proposta è indirizzata al mondo della grande distribuzione per una prima sperimentazione di un anno, con l’obiettivo di promuovere un’agricoltura che sia anche motore di uno sviluppo sostenibile ed equilibrato per il territorio.
Aderendo al codice di buone prassi, l’impresa distributrice si impegna a privilegiare nei propri approvvigionamenti i prodotti che superano i requisiti di qualità previsti per legge, che adottano tecniche di produzione integrata, no ogm e nel rispetto del benessere degli animali. Si impegna anche a valorizzare il biologico, i prodotti a marchio dop e igp e quelle produzioni locali, che più di altre possono avere una ricaduta economica e sociale positiva sul territorio, in particolare nelle zone svantaggiate e di montagna.
Ma le buone prassi della Regione garantiscono anche rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali; tutela della salute e dei diritti dei lavoratori; legalità e responsabilità sociale dell’impresa. E poi dei contratti scritti tra l’impresa distributrice e i propri fornitori, rispetto dei termini di pagamento. Con il progetto “Buone prassi di filiera” la Regione non punta dunque a promuovere solo singoli prodotti ma buone pratiche commerciali, produttive e sociali. E lo fa individuando nel mondo della distribuzione il proprio interlocutore privilegiato, per il ruolo fondamentale che esso può svolgere nella selezione di aziende produttrici “virtuose”, e come tramite diretto con il consumatore.
L’adesione al codice di buone prassi è volontaria ed i contraenti potranno richiedere di avvalersi del logo della Regione Emilia-Romagna nel proprio materiale comunicativo.