“Il settore agroalimentare: l’innovazione nei paradigmi”: questo il titolo della pubblicazione di Deloitte presentata e discussa al “Forum del Settore Agroalimentare” al Parlamento Europeo, a cui hanno partecipato oltre agli organizzatori Deloitte e Gruppo di Iniziativa Italiana anche la Rappresentanza Permanente Italiana alla Ue e i vertici nazionali di Federalimentare e Coldiretti.
Secondo quanto si legge nel rapporto Deloitte, una delle più grandi realtà nei servizi professionali alle imprese in Italia, il settore agroalimentare italiano sta dando prova di forza e vitalità: nel 2016 ha rappresentato l’11,3% del Pil nazionale, secondo solo al settore metalmeccanico. Deloitte ha individuato, oltre ai temi generali dell’innovazione. tre paradigmi che sono “necessari” per le aziende per trasformare a lungo termine la loro competitività di mercato:
- la consapevolezza: il consumatore è attento, desidera essere informato, tende a selezionare con attenzione i prodotti e premia le aziende che sanno interpretare questi bisogni;
- le sinergie tra operatori, cioè la riscoperta delle regole che da sempre governano il settore;
- la scelta di un prodotto, anche in ambito agroalimentare, segue sempre di più delle componenti emozionali.
Anche le aziende medie e piccole devono popersi strutturare per giocare sui mercati mondiali
«L’innovazione – afferma Paolo Gibello, Senior Partner Deloitte, autore del rapporto e coordinatore del gruppo di lavoro dedicato al Consumer Products – deve fungere da acceleratore per le aziende, anche e soprattutto per quelle di piccole e medie dimensioni che sono figlie di una tradizione artigiana del saper fare e della qualità, e infatti in Italia fino a trenta anni fa l’80% delle aziende aveva un impianto tradizionale. Senza la garanzia che queste aziende riescano a mantenere il passo rischiamo di rimanere intrappolati in una dimensione che può rappresentare un blocco alle opportunità che l’innovazione, se guidata, può invece offrire».