Raggiunto l’accordo per la transizione dai combustibili fossili, al fine di raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050
È una salomonica soluzione diplomatica, quella che ha superato le opposizioni al documento finale della Cop 28, la Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico, svoltasi a Dubai, dal 30 novembre al 12 dicembre. Tra eliminazione graduale (phase out) e fase di riduzione (phase down), è prevalsa la “transitioning away”, cioè l’accordo per la transizione dai combustibili fossili, al fine di “raggiungere le emissioni nette zero entro il 2050”. Non è una decisa indicazione limitata peraltro al solo carbone “unabated”, cioè privo di sistemi di cattura dell’anidride carbonica. Infatti, la gran parte degli osservatori ha evidenziato come aver fatto esplicitamente riferimento alle fonti fossili, da cui occorre “transitare via”, sia oggettivamente un passo avanti incoraggiante rispetto alla Cop 26 di Glasgow, in Scozia, durante la quale si era riusciti ad inserire solo la volontà di ridurre gradualmente il carbone. A seguito di questo accordo, molti media hanno definito la Cop di Dubai come quella più importante dopo Parigi nel 2015, che aveva stabilito che si sarebbe dovuto evitare l’innalzamento della temperatura media globale di oltre 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali.
Il rischio però è che il testo si presti ad interpretazioni contradditorie, anche perché non è vincolante, pertanto i firmatari hanno piena libertà di puntare su soluzioni discutibili. Il risultato, insomma, è più che altro simbolico.
Tre le reazioni va segnalata quella del commissario europeo per l’azione climatica, Wopke Hoekstra: «Per la prima volta si parla di petrolio in un documento, ed è un fatto significativo. Certamente, dobbiamo continuare ad agire, perché questo è solo il principio. Ciò, che conta è quello che facciamo nella realtà». L’Arabia Saudita si era sempre opposta ad una qualunque formulazione che facesse anche solo un minimo cenno al petrolio. Nel 2023, dopo 28 anni di Cop, la svolta arriva proprio da Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, che è uno dei primi dieci produttori mondiali di greggio.
Molto altro è stato demandato alla prossima Cop, che si svolgerà a Baku, capitale dell’Azerbaijan nel 2024.
18 dicembre 2023