Il patrimonio zootecnico veneto è a rischio per il crollo dei consumi e dei prezzi ai produttori
Il lockdown ha messo in difficoltà l’allevamento veneto mettendo a rischio il patrimonio zootecnico. La chiusura del canale della ristorazione, le fake news e il crollo dei prezzi hanno provocato pesanti ricadute sulle stalle.
È quanto afferma il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini: «A soffrire maggiormente è il comparto lattiero caseario, il recente report agroalimentare di Veneto Agricoltura lo evidenzia, la chiusura del canale Horeca con crollo dei consumi fino al 50% e l’azzeramento dei flussi turistici, insieme alla riduzioni dell’export (fino a – 15% per il grana padano) hanno causato situazioni di eccedenza di latte (in primavera) con crollo dei prezzi. Il valore del latte alla produzione diminuisce del -6% fermandosi ad una media annua pari a circa 36,5 euro/100 lt.
Anche il comparto da carne regionale ha subito gli effetti del Covid 19 seppure in maniera diversa a seconda della filiera produttiva. In forte diminuzione le macellazioni di bovini del -15%, soprattutto dei vitelli a carne bianca che hanno un importante sbocco nella ristorazione nonostante il sostegno della domanda domestica (+4,5% in volume)».
«In crisi il comparto suinicolo regionale – prosegue nel suo intervento Ettore Prandini – i costi alla produzione si aggirano su 1,40 euro al chilo, mentre i capi sono pagati 30 centesimi in meno e il prezzo sostenuto dal consumatore al supermercato triplica. Un comparto vulnerabile anche per l’ingresso della produzione estera ancora poco regolamentata.
Da qui la richiesta di Coldiretti affinché vengano individuati quanto prima strumenti di sostegno, aiuti diretti alle imprese e ristori concreti attraverso un confronto che dia risposte agli imprenditori agricoli che con le loro attività devono restare sul mercato. Coldiretti e Filiera Italia stanno già lavorando su nuovi progetti di investimento per la zootecnica sostenibile che potranno contribuire al grande sforzo di ripresa del Paese attraverso le risorse europee di Next generation EU e il Recovery Plan. – conclude il presidente di Coldiretti – Ma l’emergenza di oggi non può attendere l’orizzonte temporale del Recovery».