Anno di record storici per l’export agroalimentare nel mondo. La Lombardia festeggia il superamento, per la prima volta a settembre, dei 5 miliardi di euro, con un aumento del +16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Non meno soddisfatti nelle Marche dove aver superato quota 380 milioni di euro, il massimo di sempre, rappresenta una crescita del +3%. È quanto emerge dalle analisi delle rispettive Coldiretti regionali sui dati Istat relativi al commercio estero nei primi nove mesi del 2017.
Per quanto riguarda la Lombardia, oltre i due terzi delle esportazioni, siamo al 71%, interessano i Paesi dell’Europa con un aumento del +9% rispetto al 2016. L’agroalimentare lombardo cresce però su tutti i principali mercati dell’America Settentrionale, +14%, di quella Centro-Meridionale, +27%, dell’Oceania, +7%, e fino al boom dell’Asia, con un +70%, dove le esportazioni verso il Giappone sono passate da quasi 196 milioni di euro nei primi 9 mesi del 2016 agli oltre 451 milioni di euro nello stesso periodo di quest’anno. Gli Stati Uniti nei primi nove mesi di quest’anno hanno importato dalla Lombardia più di 407 milioni di euro di prodotti alimentari e la Russia 67 milioni di euro di prodotti, pari al +50%, nonostante l’embargo ancora in vigore.
Malgrado i minori numeri della Marche, è significativa la diffusione dell’aumento anche in Cina
Per quanto riguarda le Marche, un aumento in doppia cifra si registra sul mercato dell’Unione Europea, dove si registra un +15%, ma ancora più netta è la crescita su quello statunitense, al +31%, e su quello britannico, al +18%) Il Made in Marche avanza sensibilmente in Germania, con un aumento del +6%, ed Cina dove i numeri sono ancora limitati, ma l’aumento è significativo al +6%. L’agroalimentare, ricorda Coldiretti, svolge un effetto traino unico sull’intera economia per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità.