Con le esportazioni 2018 al record di 42 miliari di euro, contro i 41 del 2017, ed una previsione di crescita di oltre il +2% nel 2019, il comparto alimentare continua a fare la parte da leone dell’industria italiana con un fatturato superiore ai 137 miliardi di Euro nel 2017 (pari all’8% del Pil) e 385.000 addetti impegnati in oltre 6.800 imprese.
I dati sono di Atradius, tra i principali gruppi a livello mondiale nell’assicurazione del credito commerciale, fideiussioni e recupero crediti. Le esportazioni hanno registrato una crescita del +3,1% nel primo semestre del 2018 mentre procede a una velocità diversa l’aumento dei consumi sul mercato interno (+0,9%). In crescita anche la produzione, portandosi al +3,2% nel 2017 seguita da un +1,9% nel primo semestre del 2018. I più importanti mercati di sbocco per il nostro Paese restano quelli dell’Unione europea: è pari al 66% il valore complessivo dei prodotti agroalimentari esportati dall’Italia, secondo gli ultimi dati Ismea. Le principali destinazioni sono rappresentate da Germania, Francia e Regno Unito. Fuori dall’Unione Europea, l’analisi Atradius offre uno scenario interessante soprattutto per i paesi del Nafta, caratterizzato da un andamento positivo nel 2018, tra i quali spicca la performance del Canada mentre alcune criticità sono all’orizzonte per Usa e Messico.
Ma le preoccupazioni per il Made in Italy non mancano a causa delle politiche USA e della Brexit
«Nonostante, in linea generale, il settore alimentare continui a registrare una performance soddisfacente – commenta Massimo Mancini, country manager Atradius per l’Italia – le difficoltà che caratterizzano i contesti economici dei principali mercati d’esportazione del nostro Paese e le nuove sfide che si presentano per gli operatori del settore, dai cambiamenti delle abitudini di consumo al ricorso sempre maggiore alla tecnologia per l’approvvigionamento su scala globale, possono mettere sotto pressione le aziende alimentari».