Nel suo insieme, il comparto dell’agroalimentare italiano rappresenta al 2014 il 5,5% degli occupati, due terzi nell’agricoltura e un terzo nella produzione industriale di alimenti e bevande, ed il 6,9% delle unità di lavoro del Paese. È quanto emerge dal 4° Rapporto sul Mercato del lavoro, realizzato dalla Fondazione Obiettivo Lavoro e presentato al ministero delle Politiche agricole, da Mario Mezzanzanica dell’Università Milano Bicocca.
Nel rapporto si legge che “certamente il comparto ha tratto giovamento dai riflettori accesi dell’Expo di Milano. Se si registrano esiti altalenanti per l’agricoltura tradizionale, che non sembra essere ancora tornata ai livelli pre-crisi, l’Italia ha però acquisito la leadership europea per capacità di creazione di valore aggiunto per ettaro e per numero di produttori biologici, ponendosi inoltre in cima alle classifiche mondiali per valore esportato di una dozzina di produzioni”. Il Rapporto della Fondazione Obiettivo Lavoro spiega che “la crisi economica ha fortemente segnato il mercato del lavoro di molti Paesi appartenenti all’Unione europea. Le imprese della filiera agroalimentare italiana, ampliando la gamma di prodotti e servizi offerti e puntando sulla qualità, sono riuscite ad essere competitive sui nuovi mercati globali e nel contempo a ridurre gli effetti della crisi rispetto ad altri settori economici”.